Raids intolleranti nelle valli

La notte del 12 febbraio viene imbrattata con vernice nera la sede del Prc della Val Cavallina nel comune di Borgo di Terzo, in provincia di Bergamo. Poco tempo prima, vengono imbrattati, sempre con vernice nera, i cartelli posti dal comune di Luzzana all’inizio del territorio comunale che lo qualificavano come “comune per la pace” e la corona d’alloro posta al monumento dei 13 partigiani fucilati dai nazifascisti in piazza tredici martiri a Lovere, nell’alto Sebino, viene data alle fiamme. I diversi episodi di vandalismo sono di matrice intollerante.

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Bruni attacca i fascisti? E’ un falso!!

“Bruni attacca i fascisti: è un falso”. Il titolo dell’articolo comparso sabato 11 febbraio su Il Nuovo Giornale di Bergamo commenta da solo le dichiarazioni del sindaco Roberto Bruni sui falsi manifesti comunali del giorno del Ricordo. Nonostante ciò che qualcuno potrebbe aspettarsi da una Amministrazione di centro sinistra, il primo cittadino di Bergamo ha dimostrato la propria adesione a quel revisionismo storico che tutta la destra italiana agita e incoraggia e che, mai come oggi, gode di ampie legittimazioni istituzionali.

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La beffa dei manifesti sulle foibe

La notte tra il 9 e il 10 febbraio 2006 in Bergamo compaiono alcune centinaia di manifesti sul Giorno del Ricordo, a firma del Sindaco Roberto Bruni. I manifesti costituiscono però un falso, realizzato sulla falsariga del manifesto ufficiale dell’Amministrazione comunale per il Giorno del Ricordo, che nei giorni precedenti era stato affisso in città. Nei manifesti falsi, identici in tutto e per tutto a quelli comunali, viene però sostituita la prima parte del testo, stravolgendone il significato.

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Solidarietà diretta

Il Comune di Bergamo ha fissato la multa di 3333 euro per chiunque venga sorpreso ad acquistare materiale contraffatto dai venditori ambulanti africani di via XX Settembre. Dalla fine del mese di settembre 2005, in modo spontaneo, diverse individualità cominciano a darsi appuntamento ogni sabato pomeriggio nel cuore della città vetrina, per distribuire materiale informativo sulle deportazioni di migranti e portare la propria solidarietà attiva ai venditori ambulanti africani, di fronte alle continue retate della Polizia Locale.

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Fine della corsa

Sabato 2 luglio 2005 alcuni boneheads vengono arrestati, tra Bergamo e Milano, nell'ambito di un inchiesta partita dalla Magistratura milanese. Tra i fatti contestati anche gli accoltellamenti avvenuti in Città Alta la notte di sabato 1 agosto e sui Navigli a Milano la settimana seguente. Quanto affermato per mesi da organizzazioni e partiti di sinistra, centri sociali e collettivi antifascisti, viene confermato dai riscontri giudiziari. Possibile che, a Bergamo, per più di un anno, i quotidiani locali non abbiano intuito cosa stesse accadendo? Per quale motivo la Questura di Bergamo per mesi ha finto di non vedere?

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Fuoco alla Blob House

Mercoledì 1 giugno 2005, presso il Cinema Alba Blob House, luogo storico della sinistra bergamasca, alla presenza di circa 300 persone, Antifa Bergamo presenta Alla luce del sole, una inchiesta dettagliata sull'offensiva intollerante avvenuta nella provincia di Bergamo dall'estate del 2004. Il contenuto dell'inchiesta è sconcertante: il gruppo responsabile dei diversi agguati, i partiti ad esso collegati e i legami tra i vari episodi vengono inseriti nel contesto di una strategia regionale. La notte precedente all'iniziativa pubblica ignoti appiccano fuoco all'ingresso del cinema.

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Agguato nazista a Seriate

La sera di domenica 22 maggio 2005 un skinhead antifascista viene accoltellato in via Dante a Seriate da un gruppo di boneheads. Questa volta il giovane ferito rischia di lasciarci seriamente le penne e la premeditazione dell'attacco non sfugge nemmeno ai quotidiani. Su L'Eco di Bergamo appare però una breve intervista in cui il Questore nega l'evidenza dei fatti, escludendo di trovarsi di fronte a un'escalation di violenza politica e affermando di non disporre di riscontri oggettivi che permettano di collegare i vari episodi. Anche più esplicito il Comandante provinciale dei Carabinieri: «Su quali basi possiamo affermare che si tratta di aggressioni di matrice politica, e non, per esempio, fatti privati, o comunque circoscritti?»

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Alla luce del sole!

Hanno bruciato centri sociali.. Hanno minacciato, aggredito e accoltellato.. Chi sono? Cosa vogliono? Chi si nasconde dietro di loro? La risposta a questi interrogativi in un'inchiesta approfondita sulla destra radicale a Bergamo che per la prima volta tenta di fare luce sui retroscena delle violenze di stampo intollerante avvenute nell'ultimo anno in tutta la Lombardia. Nomi, episodi, formazioni politiche coinvolte: nessuno viene risparmiato in un'inchiesta che cade pesante come un macigno…

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1945-2005. Oggi come ieri, Resistenza!

Il 25 aprile 2005 è inevitabilmente carico di significato e amaro al contempo. Nell'ultimo anno il centro sociale Pacì Paciana ha subito 2 attentati incendiari e le aggressioni in tutta la Lombardia non si contano più. Ma anche questo 25 aprile gli antifascisti e le antifasciste saranno in piazza, per ribadire ancora che la Resistenza non si ferma.

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Il Consiglio si infiamma, il Pacì brucia

La notte di martedì 1 marzo il centro sociale Pacì Paciana viene nuovamente dato alle fiamme. A bruciare sono gli spazi rimasti illesi dall'incendio precedente: lo spazio bunker nel seminterrato e il bar del capannone dei concerti, mentre una bottiglia molotov viene scagliata sul terrazzo dell'infoshop. La dinamica dell'attentato anche questa volta è grave: alcune bombole di gas vengono posizionate in prossimità dei roghi e sulla parte superiore di una di queste, nel piazzale, vengono collocati grossi bulloni e biglie di ferro. Il giorno seguente, alla volante della Digos che si presenta sul posto per accertamenti vengono tagliate le gomme. La tensione è altissima.

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