Fine della corsa

Sabato 2 luglio 2005 alcuni boneheads vengono arrestati, tra Bergamo e Milano, nell'ambito di un inchiesta partita dalla Magistratura milanese. Tra i fatti contestati anche gli accoltellamenti avvenuti in Città Alta la notte di sabato 1 agosto e sui Navigli a Milano la settimana seguente. Quanto affermato per mesi da organizzazioni e partiti di sinistra, centri sociali e collettivi antifascisti, viene confermato dai riscontri giudiziari. Possibile che, a Bergamo, per più di un anno, i quotidiani locali non abbiano intuito cosa stesse accadendo? Per quale motivo la Questura di Bergamo per mesi ha finto di non vedere?

 
 
Di seguito la rassegna stampa.
 
www.ecodibergamo.it, sabato 2 luglio 2005
Tre giovani arrestati, sette denunciati con l'accusa di aver scatenato mega-risse
 
Tre giovani, uno dei quali bergamasco, sono stati arrestati ed altri sette denunciato a piede libero per rissa aggravata in concorso. Farebbero parte di una banda, coinvolta in tre episodi culminati in violente risse. In carcere sono finiti Enrico La Banca, 22 anni, di Treviolo, Luigi Celeste, 21 anni, di Milano e Stefano Colombo, 19 anni, milanese di Inzago. Tra i denunciati, anche una ragazza bergamasca, 18 anni, di Cologno al Serio. Durante le perquisizioni nelle abitazioni degli indagati, eseguite la scorsa notte dagli uomini della Digos di Bergamo al comando del vice questore Alfredo Addato, in collaborazione con la Digos milanese, sono stati trovati materiale ideologico di ispirazione nazista, bastoni, spranghe, tirapugni. L'indagine, che aveva preso avvio a Milano, si è poi allargata alla nostra provincia anche perché uno dei tre episodi contestati agli indagati, era avvenuto proprio a Bergamo: una mega-rissa scatenata in Città Alta, nell'agosto del 2004, nei pressi di un noto ritrovo. Gli altri due episodi contestati riguardano altrettante risse scatenate sempre lo scorso anno, in agosto e novembre, a Milano, in zona Navigli. La rissa in Città Alta era avvenuta nella notte del 1° agosto, dopo le 2.30, tra via Colleoni, piazza Mascheroni e la Cittadella. Due fazioni, un gruppo del centro sociale Pacì Paciana e l'altro dei presunti naziskin finiti nell'inchiesta della Digos, si erano affrontate a colpi di spranghe, tirapugni e perfino di coltelli. Bilancio: due giovani accoltellati, altri due picchiati. A dover ricorrere alle cure dei medici sono stati i giovani di sinistra, che avevano riportato ferite guaribili in 10 giorni.
 
 
 
www.repubblica.it, sabato 2 luglio 2005
RISSE E ATTENTATI: DIGOS BERGAMO ARRESTA 3 NAZISKIN
 
Risse, atti vandalici, attentati: un gruppo di naziskin si era specializzato in assalti di ogni tipo, e ne avevano realizzati in tutta la Lombardia. Il gruppo e' stato finalmente identificato dalla Digos della questura di Bergamo, che ha arrestato tre giovani e ne ha denunciati a piede libero altri sette. In carcere sono finiti Enrico La Banca, 22 anni, di Treviolo, Luigi Celeste, 21 anni, di Milano e Stefano Colombo, 19 anni, milanese di Inzago. Tra i denunciati, anche una ragazza di 18 anni, di Cologno al Serio, protagonista di una singolare storia: di estrema sinistra fino pochi anni fa, era diventata naziskin dopo essersi innamorata di un membro della banda. Durante le perquisizioni nelle case degli indagati, eseguite la scorsa notte dalla Digos bergamasca al comando del vice questore Alfredo Addato, in collaborazione con i colleghi milanesi, sono stati trovati materiale ideologico di ispirazione nazista, bastoni, spranghe, tirapugni. Tra gli episodi piu' gravi contestati alla banda, una mega-rissa scatenata in Citta' Alta, nell'agosto del 2004, terminata con due giovani del centro sociale di Bergamo accoltellati e altri due picchiati.
 
 
 
www.corriere.it, sabato 2 luglio 2005
Altri sette denunciati per l’aggressione del 7 agosto 2004 al Conchetta. Gli investigatori: agguato per vendetta.
 
Tre sono finiti in carcere, altri sette hanno l’obbligo di firmare ogni giorno il registro delle forze dell’ordine. Sono gli skinheads ritenuti gli autori dell’accoltellamento di G. R., frequentatore del centro sociale di via Conchetta. L’aggressione avvenne la notte del 7 agosto dello scorso anno: una sorta di agguato per vendicarsi di un pestaggio subito a Bergamo dagli avversari politici. Le indagini portarono all’arresto, qualche giorno dopo l’agguato, di Giacomo Pedrazzoli, aderente all'estrema-destra. Alcuni degli skinheads sono ritenuti responsabili di altri due episodi di violenza: un’aggressione in corso di porta Ticinese (9 aprile 2004) ad un gruppo di punk e una rissa a Bergamo alta (31 luglio 2004). Secondo gli investigatori della digos si tratta di «un gruppo di estremisti di estrema destra potenzialmente pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica». In carcere sono finiti Luigi Celeste, 25 anni, con precedenti, abitante a Milano, Enrico Labanca, di Ponte San Pietro (Bergamo), operaio incensurato e Stefano Colombo, 24 anni di Inzago, anche lui incensurato. Le altre sette persone sono implicate negli episodi ma il giudice per le indagini preliminari non ha accolto le richeste del pubblico ministero e non ha ritenuto opportuno emettere le ordinanze di custodia cautelare. Tutti devono rispondere di tentato omicidio, lesioni gravi e rissa. I giovani denunciati a piede libero dovranno però presentarsi presso una caserma dei carabinieri o a un commissariato della polizia per firmare il registro delle presenze. L’operazione è scattata l’altra mattina. Gli agenti della digos hanno eseguito le ordinanze e proceduto a dieci perquisizioni. In casa degli skin sono stati trovati bastoni, qualche ascia, una bandiera con svastica. I detective della polizia hanno messo le mani anche su del materiale informatico ma ci vorrà del tempo per verificarne il contenuto. La polizia è arrivata all’identificazione degli aggressori anche grazie a delle telecamere piazzate nella zona.
 
 
 
L'Eco di Bergamo, giovedì 30 giugno 2005
PENDOLARI DELLA RISSA, ARRESTATI TRE NAZIFASCISTi
Carcere per un bergamasco e due milanesi per le aggressioni in Città Alta e sui Navigli
Altri sette indagati. Tra le accuse anche tentato omicidio. Il nome del cane? «Mein Kampf»
 
A Milano in una notte di agosto del 2004 fu un assalto senza esclusione di colpi: spranghe e coltelli sui Navigli. Una settimana prima era stata piazza Mascheroni, in Città Alta, il teatro di una prima, furibonda rissa. L'ultimo atto, nel novembre scorso, fu ancora sui Navigli, quando spranghe e tirapugli calarono su un gruppetto di punk. C'erano stati feriti, anche gravi. Giuseppe R., milanese, fu accoltellato al fegato, e a Bergamo ragazzi del centro sociale Pacì Paciana furono medicati al pronto soccorso per ferite da arma da taglio. Ora la polizia di Stato, dopo mesi di indagini, è convinta di aver individuato i responsabili di quegli episodi: si tratta di persone tutte gravitanti nell'area della destra estrema che fa capo alla cosiddetta Skinhouse di Milano e considerati dagli inquirenti pendolari della rissa tra la bergamasca e il milanese. Una è già in carcere, tre sono state arrestate ieri alle prime luci dell'alba, altre sette sono state sottoposto all'obbligo di firma. Dovranno rispondere, a vario titolo, di tentato omicidio, rissa, lesioni gravi, porto di coltello e di altri oggetti atti ad offendere. Nelle perquisizioni gli uomini della Digos delle questure di Bergamo e Milano hanno trovato materiale ideologico di matrice nazista (il cane di uno degli indagati, per fare un esempio, si chiama «Mein Kampf», come il libro scritto da Adolf Hitler), ma anche bastoni, spranghe e tirapugni. In manette, poco giorni dopo i fatti dell'agosto 2004 a Milano, finì per primo Giacomo Pedrazzoli, 21 anni, tradito dal portafogli perso per strada durante l'azione. Sono finiti in carcere ieri, su richiesta del pm Luisa Zanetti, Enrico La Banca, 22 anni, di Treviolo, Stefano Colombo, Inzago (Milano), e Luigi Celeste, 21 anni, di Milano, ma spesso presente nei fine settimana nella bergamasca perchè fidanzato con una diciottenne di Cologno al Serio, che è tra gli indagati a piede libero. Sono questi tre, secondo gli investigatori, gli ispiratori dei raid. Obbiettivo: colpire gli avversari dell'opposta sponda politica, in particolare punk e sharp, gli skinheads di sinistra. Le indagini della Digos della Questura di Bergamo, coordinate dal vice questore aggiunto Alfredo Addato e dal pm Enrico Pavone, iniziarono nel marzo scorso, dopo il secondo incendio al centro sociale Pacì Paciana. Da alcuni elementi investigativi la polizia iniziò a seguire la pista politica. Nel maggio scorso, uno sharp di Seriate fu ferito con una coltellata fuori da una bar. Non finì in tragedia per un soffio. Fu a quel punto che le indagini presero una direzione precisa, che portarono alla denuncia per rissa di Celeste e di un altro naziskin, insieme al ferito e ad un altro estremista di sinistra. Iniziarono intercettazioni, pedinamenti, appostamenti. Emergeva un quadro inquietante. Il gruppetto di indagati via via si aggravava, le «imprese» di cui parlavano tra loro via via si moltiplicavano, la ricerca dello scontro fisico e della violenza dominava spesso i loro discorsi e, quel che è peggio, le loro serate. Negli uffici della Digos bergamasca, il materiale probatorio si è accumulato in pochi mesi di lavoro serrato. Si è scoperto che il gruppo milanese e bergamasco era collegato ad altre formazioni, sono state raccolte prove di fatti violenti passati e recenti e tutto il materiale è stato inviato alla Procura di Milano, che già indagava per le due aggressioni sui Navigli e ad altre procure italiane, in Lombardia e non solo (le indagini, infatti, non sono affatto concluse). E' questo materiale ha dare la svolta all'inchiesta milanese. A pochi giorni dall'invio degli atti, infatti, il gip ha emesso gli ordini di custodia sottolineando la pericolosità sociale dei soggetti.
 
TATUAGGI MUSICA E VIOLENZA, IL GRUPPO VOLEVA ALZARE IL TIRO
 
«Gruppuscoli di frangia, che cercano la ribalta colpendo nel mucchio». Così a parlato il questore Longo all'indomani dell'aggressione di Seriate, quando un militante dell'estrema sinistra era stato ferito con una coltellata durante un'aggressione di naziskin. La Digos aveva già inquadrato chi doveva tenere sotto controllo: un gruppo di giovani naziskin milanesi e bergamaschi, che da qualche tempo avevano deciso di alzare il tiro, suscitando reazioni contrarie anche all'interno di quella che è considerata la base operativa della destra radicale lombarda, la Skinhouse di Milano. Il gruppo, d'altronde, godeva anche di notevoli vantaggi logistici per colpire i propri obbiettivi prediletti: autonomi di sinistra, ma soprattutto punk e sharp, gli skinhead di sinistra. La fidanzata di Luigi Celeste, infatti, una diciottenne di Cologno al Serio, che risulta tra gli indagati, fino a poco tempo fa frequentava ambienti dell'estrema sinistra, studenteschi e no. Conosceva quindi luoghi, orari e abitudini di quelli che, ultimamente, erano diventati gli avversari del suo gruppo. Un gruppo composto per lo più da giovani con basso livello di istruzione, lavori saltuari, con il culto del tatuaggio e della musica cara agli ambienti della destra radicale. La ricerca dello scontro fisico, a quanto sembra, doveva essere una componente abituale delle loro serate, trascorse spesso davanti a discoteche o locali frequentati da giovani della parte avversa. I quali col tempo avevano imparato a conoscere i loro provocatori, come dimostra il dossier «Alla luce del sole» presentato lo scorso primo giugno da Bergamo Antifascista al cinema Alba, che la notte precedente subì un attentato incendiario per il quale sono in corso le indagini. A pagina 11 della pubblicazione allegata al dossier c'è una descrizione dettagliata dell'attività del gruppo di naziskin, con tanto di fotografie di Enrico La Banca, Stefano Colombo e della diciottenne di Cologno. Tutte informazioni raccolte anche dalla polizia, che però, a dispetto dell'attività di prevenzione svolta spesso a protezione dei militanti di estrema sinistra, non ha beneficiato della collaborazione di questi ultimi.
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