Una pedata nel sedere al razzismo!

Domenica 22 aprile il parco pubblico Ardens di via Cerasoli ospita un torneo di calcio antirazzista promosso da Bergamo Resiste. Questo parco, punto di ritrovo domenicale della comunità boliviana, negli ultimi mesi, è stato oggetto delle “attenzioni repressive” della Questura di Bergamo, determinata a scoraggiare l'utilizzo del parco da parte dei migranti sud americani. Nonostante le prescrizioni comunali volte a limitarne gli orari di apertura nei giorni festivi, la mattina del 22 aprile il parco è inspiegabilmente aperto, liberato per un giorno e restituito alla città. La giornata ha visto italiani e boliviani affrontarsi con il pallone e incontrarsi fuori dal campo, per una splendida occasione di socialità e solidarietà. Una poderosa pedata all'intolleranza!

 
L'ottobre scorso la polizia interveniva duramente contro un gruppo di boliviani e boliviane, proprio all'ingresso del parco pubblico. Due giovani, casuali spettatori dell'episodio, recavano aiuto a una donna di origini sud americane aggredita brutalmente da uno degli agenti e per questo venivano denunciati per concorso in violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Nel corso del mese L'Eco di Bergamo gettava benzina sul fuoco, sollevando un caso mediatico intorno a quello che veniva ribattezzato in maniera sprezzante “il ghetto dei boliviani” ed esasperando la contrapposizione “residenti versus boliviani” (come se i secondi non fossero a loro volta residenti titolari degli stessi diritti dei primi), mentre la giunta comunale di Bruni non trovava di meglio che limitare gli orari di apertura domenicale del parco (si tenga presente che la comunità boliviana si dà appuntamento in quel luogo solo un pomeriggio a settimana). Proprio la domenica precedente a quella dell'iniziativa, la polizia interveniva nuovamente in forze, sgombrando inspiegabilmente il parco e chiudendo i cancelli a metà pomeriggio (durante l'orario di apertura), mentre la Circoscrizione comunale competente limitava ulteriormente gli orari di apertura del parco pubblico. Ma domenica 22 aprile il parco rimane aperto tutta la giornata senza alcuna limitazione! Al momento del suo arrivo, il custode trova una bella sorpresa: nel parco, che sarebbe dovuto rimanere chiuso, è invece in corso un torneo di calcio antirazzista con squadre boliviane e italiane, sia maschili che femminili. Il “parco della discordia”, seppure per un giorno, diventa luogo di incontro tra culture differenti: boliviani e italiani insieme per giocare a pallone e condividere un momento di solidarietà e scambio. Una pedata nel sedere al razzismo!
 
Di seguito l'articolo de L'Eco di Bergamo, Modesto nella forma e nella ricostruzione dei fatti. Decisamente reticente nell'esposizione delle motivazioni dell'iniziativa. Innanzitutto va precisato che nessuno ha mai dichiarato «c'è confusione sugli orari di apertura, perché non c'è chiarezza», bensì è stato denunciato, in modo inequivocabile, il fatto che le forze di polizia, in più di un'occasione, provvedano, senza preavviso, a chiudere i cancelli del parco, a propria discrezione, negli orari più diversi, semplicemente per impedirne l'uso ai residenti di origine boliviana del quaritere. Il torneo non è stato organizzato, come afferma il quotidiano, poiché è ritenuto dagli organizzatori il modo migliore per risolvere i problemi di convivenza tra diverse culture (che richiedono invece ben altri interventi..), ma per creare un'occasione di solidarietà e portare all'attenzione pubblica una situazione di repressione divenuta ormai intollerabile.
 
L'Eco di Bergamo, lunedì 23 aprile 2007
VIA CERESOLI, CAMPO OCCUPATO IN ORARIO DI CHIUSURA
 
«Bergamo resiste» ha organizzato un torneo per boliviani. Il presidente Benigni: irresponsabili, questa non è integrazione Il parco Ardens di via Cerasoli è stato occupato ieri dai rappresentanti del movimento «Bergamo resiste» e da alcuni boliviani, dalle 11 a fine pomeriggio, per un torneo di calcio multirazziale. Il tutto si è svolto però anche in un orario in cui il parco doveva essere chiuso. Erano le 12.30 quando il custode ha invitato a uscire dal parco, perché giunta l'ora di chiusura, alcuni rappresentanti del movimento «Bergamo resiste» e i boliviani. Ma quest'ultimi sono rimasti nel campo senza permesso dalle 12.30 alle 14.30. Si riaccende dunque la polemica sulla gestione del parco Cerasoli utilizzato da numerosi sudamericani. Sull'accaduto è intervenuto il presidente della 7ª circoscrizione, Francesco Benigni: «Se il torneo era stato concordato con la società che gestisce il campo, saremmo dovuti essere informati e ci sarebbe anche andato bene ma, se il tutto è invece frutto di un'occupazione abusiva come sembra, allora è l'ennesimo atto di prepotenza da parte di gruppi che non rispettano la legalità. Questo non è il modo di integrarsi. E queste persone, sanno che esiste un'istituzione e che esiste una responsabilità nella gestione dell'impianto?». Il presidente Benigni ha posto l'accento anche sul problema dell'incolumità delle persone e sulla responsabilità di eventuali infortuni: «Se qualcuno si fosse fatto male, di chi sarebbe stata la responsabilità? Quella è gente incosciente che non tiene conto che se fosse accaduto qualcosa non sarebbe stata coperta da alcun tipo di assicurazione». Il portavoce del gruppo «Bergamo resiste» precisa: «C'è confusione sugli orari d'apertura, perché non c'è chiarezza. Abbiamo organizzato un torneo perché riteniamo che sia il modo migliore per risolvere il problema di convivenza legato ai fenomeni migratori, ma noi crediamo che questo problema non possa essere gestito come una questione di ordine pubblico. Si può invece risolvere tramite interventi di ordine sociale». Alla fine del torneo c'è stata una premiazione finanziata dai circa trenta esponenti del movimento «Bergamo resiste» che appartengono a diverse associazioni locali.
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