Bergamo Resiste: a tutti i migranti solidarietà!

Anche quest'anno la Scorribenda Antifascista ha attraversato le strade del centro cittadino. Anche quest'anno l'antagonismo bergamasco è sceso in campo per la seconda edizione di Bergamo Resiste, per ribadire che l'antifascismo è attualità e che c'è ancora bisogno di Resistenza; per ricordare e ricordarsi, proprio nel giorno in cui ricorre la festa della Liberazione, che non siamo ancora liberi e che democrazia e uguaglianza sono istanze ancora aperte. Perciò, quest'anno, abbiamo deciso di parlare di migrazioni e diritti di cittadinanza, trasformando la festa della Liberazione in una straordinaria occasione di solidarietà.

Di seguito il resoconto delle diverse iniziative della seconda edizione di Bergamo Resiste.
 

MERCOLEDÌ 18 APRILE
La seconda edizione di Bergamo Resiste si è aperta con un incontro pubblico con la cooperativa Migrantes e l'associazione milanese Opera Nomadi. Un occasione per affrontare un argomento che, da sempre, suscita imbarazzo anche a sinistra: la questione dei Rom e dei Sinti. Questi popoli, nomadi per eccellenza, sono l'anello debole della catena migratoria, sono popoli perseguitati da sempre. Perseguitati durante il nazismo e vittime della soluzione finale hitleriana, anche oggi sono vittime di luoghi comuni, pregiudizi e razzismo. Lo sviluppo del modello economico occidentale ha distrutto la loro l'economia tradizionale, relegandoli ai margini di un “progresso” e di una società che non rispondono al loro modo di vivere. Nei confronti di Rom e Sinti sussiste un clima criminalizzante di non celata ostilità. In Italia la situazione è ancora più grave, soprattutto alla luce dei recenti episodi di intolleranza avvenuti a Opera, in provincia di Milano, dove le strutture della Protezione Civile, installate in un campo provvisorio per accogliere alcune famiglie Rom, sono state pubblicamente incendiate durante una manifestazione di protesta guidata da alcuni consiglieri comunali di Alleanza Nazionale e Lega Nord.
 
DOMENICA 22 APRILE
Il parco pubblico Ardens di via Cerasoli è teatro del secondo appuntamento di Bergamo Resiste. Questo luogo, punto di ritrovo domenicale della comunità boliviana (la più grande comunità sud americana d'Italia, con 20.000 persone in tutta la provincia), negli ultimi mesi, è stato oggetto delle “attenzioni repressive” della Questura di Bergamo. L'ottobre scorso la polizia interveniva duramente contro un gruppo di boliviani e boliviane, proprio all'ingresso del parco pubblico. Due giovani, casuali spettatori dell'episodio, recavano aiuto a una donna di origini sud americane aggredita brutalmente da uno degli agenti e per questo venivano denunciati per concorso in violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Nel corso del mese L'Eco di Bergamo gettava benzina sul fuoco, sollevando un caso mediatico intorno a quello che veniva ribattezato in maniera sprezzante “il ghetto dei boliviani” ed esasperando la contrapposizione “residenti versus boliviani” (come se i secondi non fossero a loro volta residenti titolari degli stessi diritti dei primi), mentre la giunta comunale di Bruni non trovava di meglio che limitare gli orari di apertura domenicale del parco (si tenga presente che la comunità boliviana si dà appuntamento in quel luogo solo un pomeriggio a settimana). Proprio la domenica precedente a quella dell'iniziativa, la polizia interveniva nuovamente in forze, sgombrando inspiegabilmente il parco e chiudendo i cancelli a metà pomeriggio (durante l'orario di apertura), mentre la Circoscrizione comunale competente limitava ulteriormente gli orari di apertura del parco pubblico. Ma domenica 22 aprile il parco rimane aperto tutta la giornata senza alcuna limitazione! Al momento del suo arrivo, il custode trova una bella sorpresa: nel parco è in corso un torneo di calcio antirazzista con squadre boliviane e italiane, sia maschili che femminili. Il “parco della discordia”, seppur per un giorno, diventa luogo di incontro tra culture differenti: boliviani e italiani insieme per giocare a pallone e condividere un momento di solidarietà e scambio. Una pedata nel sedere al razzismo!
 
DOMENICA 22 E MARTEDÌ 24 APRILE
Bergamo Resiste ha offerto anche alle diverse anime del movimento antifascista cittadino un'opportunità di confronto sulla memoria della Resistenza e l'attualità dell'antifascismo. La sera di domenica 22 aprile oltre 50 persone hanno partecipato all'assemblea pubblica dal titolo “l'antifascismo si confronta”, inserita nel programma del 25 aprile alternativo. Una lieta sorpresa è stata l'adesione di un rappresentante dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, adesione che ha consentito la costruzione di un momento reale di confronto e anche di contrapposizione dialettica, nel riconoscimento delle reciproche diversità e all'insegna di una apertura coraggiosa alle istanze dei più giovani, che, speriamo, costituisca la fase iniziale di un serio dibattito sulle prospettive dell'antifascismo. Sempre all'insegna della memoria, martedì 24 aprile, in piazza Vecchia, un aperitivo antifascista di strada diventa l'occasione per presentare pubblicamente una video intervista inedita a Bruno Codenotti (già intervenuto insieme ad Angelica “Cocca” Casile all'assemblea pubblica di domenica 22 aprile), inizio di un percorso di ricostruzione storica della sua esperienza partigiana, che troverà attuazione nel corso del prossimo anno e che confluirà nella realizzazione di un video documentario.
 
MERCOLEDÌ 25 APRILE
Circa 300 persone, verso le 10 del mattino, si sono date appuntamento in via Pignolo, presso la lapide dedicata al partigiano gappista Ferruccio Dell'Orto, per la celebrazione alternativa con la deposizione di fiori e il consueto intervento infuocato della “Cocca”. Da piazza Santo Spirito la Scorribanda antifascista ha quindi attraversato il centro cittadino per confluire in via Quarenghi, il cuore multiculturale bergamasco, presso l'edificio acquistato dal Comune di Bergamo per rivalutare il quartiere. Il luogo della conclusione della manifestazione ha assunto un alto valore simbolico: solo alcune settimane prima una manifestazione per la sicurezza (contemporanea a quella milanese di Letizia Moratti), indetta dal comitato costituito da alcuni residenti di via Quarenghi (cavallo di battaglia elettorale di un noto consigliere comunale dei Democratici di Sinistra..), raggiungeva l'edificio per proporne la destinazione a caserma dei Carabinieri. Analogamente la Scorribanda antifascista è terminata di fronte all'edificio per prendere una posizione netta sulla questione: la convivenza tra diverse culture non è un problema di ordine pubblico, ma una sfida che richiede interventi di tipo sociale! Solo pochi giorni dopo la presa di posizione del sindaco Bruni (anche in questa circostanza incapace di assumere decisioni coraggiose..): la parte inferiore dell'edificio ospiterà un centrale della Polizia Locale.
 
SABATO 28 APRILE
Nella ricorrenza della data in cui Benito Mussolini veniva giustiziato, Bergamo Resiste si conclude con l'ultima iniziativa del programma, "giù mura giù duce giù box", sound system solidale per i detenuti del carcere di via Gleno. Questa casa circondariale, come molte altre, presenta una situazione inumana di sovraffollamento, dove più della metà dei detenuti sono migranti e la stragrande maggioranza di questi sono sprovvisti di permesso di soggiorno. Il dato è stato sensibilmente aggravato dall'entrata in vigore della riforma di legge Bossi-Fini: un altro degli effetti drammatici di un atto legislativo di profonda inciviltà. Inserire l'iniziativa nel programma di Bergamo Resiste è stato un atto dovuto; come parlare di libertà senza ricordare chi ne è privato?
 
 
Di seguito la rassegna stampa de L'Eco di Bergamo. Il Bergamo ha letteralmente censurato le iniziative (sarà che il quotidiano è in “quota centro-sinistra”?). L'Eco di Bergamo, invece, ne ha dato una copertura scarsa, frammentaria e confusa.
 
L'Eco di Bergamo, giovedì 26 aprile 2007 «GIOVANI, DIFENDETE IL VALORE DELLA LIBERTÀ»
Il sindaco al corteo del 25 Aprile: senza storia non si esiste In 5 mila in piazza. Dal palco interviene anche uno studente
 
Il passato e il futuro sul palco per il 25 Aprile. Accomunati dalla stessa Resistenza, e dagli stessi valori: la democrazia, la lotta alle tirannie, la libertà. E soprattutto la difesa della Costituzione. Al 62° anniversario della Liberazione in piazza Vittorio Veneto il passato e il futuro sono stati presentati ieri da Salvo Parigi, presidente provinciale dell'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi): a rinvigorire il ricordo Albino Previtali, lavoratore della «Dalmine» all'epoca dell'occupazione nazista dopo l'Armistizio, organizzatore di scioperi e partigiano; a raccontare il futuro lo studente della 4ª liceo scientifico al «Lussana», Mattia Iunco, esponente giovane dell'Anpi. «La manifestazione assume quest'anno ancora più importanza, per volere delle associazioni partigiane: è il passaggio delle consegne alle giovani generazioni di un testimone che rappresenta quanto di più bello ha avuto l'Italia: la pace, la libertà, la democrazia – ha ricordato Parigi alla platea, oltre 5.000 persone secondo gli organizzatori –. Pace, libertà e democrazia custoditi nella nostra Costituzione. Noi, che a buon diritto riteniamo di essere i primi tutori della Carta, chiediamo ai rappresentanti della comunità bergamasca e italiana, di qualunque ideologia o fede siano, di mantenere un dovere: rispondere in modo fermo e concreto al rispetto e all'attuazione della Costituzione». E il sindaco di Bergamo, Roberto Bruni, subito dopo Salvo Parigi (sommerso dagli applausi dopo aver portato alla folla i saluti del presidente del Comitato antifascista, Eugenio Bruni) ha rimarcato: «Questa è una festa di popolo. Per non dimenticare: non si può esistere senza storia, ma si deve distinguere, non per dividere ma per ricostruire, tra chi combatteva per la democrazia e chi si schierò con la barbarie. Ora l'Italia tutta si riconosce nei valori della Costituzione, quindi non può non ricordare che 62 anni fa in Italia c'era un nuovo Rinascimento: l'Italia rinacque libera, ma la libertà è anche assunzione di responsabilità. La libertà non è data, ma va difesa: questo il messaggio ai giovani». Quegli anni bui del fascismo, della guerra, delle lotte per la Liberazione li ha ben ricordati Albino Previtali: ha rispolverato gli scioperi dei lavoratori affamati della Dalmine, i bombardamenti e poi la lotta partigiana: «Questi sono i fatti della Storia, non quella stravolta dai nuovi storici. Oggi è bello essere qui, una bella festa: ma anziché una volta all'anno andrebbe tenuta una volta mese. Faccio conferenze nelle scuole medie, spesso: credetemi, i giovani vogliono sapere». E il giovane Mattia Iunco ha spiegato cos'è la Resistenza per i giovani antifascisti: «È un no alla revisione della Carta, resistenza alla cultura della guerra (tra i presenti, le "Donne in nero" esibivano cartelli per la liberazione del collaboratore di Emergency in Afghanistan, ndr), una difesa dei diritti delle persone, senza razzismi. Ed è anche e soprattutto una lotta per la conoscenza: vogliamo una scuola che ci formi». La lunga giornata del 25 Aprile si è aperta alle 8,45 con la Messa in suffragio dei Caduti per la libertà e la deposizione delle corone al Cimitero; quindi alle 9,45, in Rocca, la deposizione di corone d'alloro alla lapide che ricorda i Caduti per la libertà e al Cippo dei caduti nei campi di concentramento. Quindi la manifestazione: partita da piazzale Marconi, alle 10,45 ha raggiunto piazza Vittorio Veneto. Omaggio delle autorità (tra i tanti, oltre agli esponenti delle forze dell'ordine e della Giunta, il prefetto Cono Federico, il presidente della Provincia Valerio Bettoni, i vertici dei sindacati confederali, gli onorevoli Sanga, Misiani e Locatelli), e delle rappresentanze alla Torre dei Caduti e al Monumento al Partigiano. Poi, dopo i discorsi, canti e poesie della Resistenza. In contemporanea, un corteo «alternativo» di «Bergamoresiste» (circa 150 persone, secondo la Digos) ha raggiunto via Quarenghi, per un presidio «antagonista» davanti all'Infopoint del Comune al civico 33: «Qui vogliono mettere un presidio di polizia, ma i problemi di integrazione non si risolvono con l'ordine pubblico. Solidarietà ai migranti». Durante la sfilata c'è stata una discussione con gli abitanti della parte alta della via, che hanno sorpreso i manifestanti a imbrattare i muri delle case con scritte spray.
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