Fuoco alla Blob House

Mercoledì 1 giugno 2005, presso il Cinema Alba Blob House, luogo storico della sinistra bergamasca, alla presenza di circa 300 persone, Antifa Bergamo presenta Alla luce del sole, una inchiesta dettagliata sull'offensiva intollerante avvenuta nella provincia di Bergamo dall'estate del 2004. Il contenuto dell'inchiesta è sconcertante: il gruppo responsabile dei diversi agguati, i partiti ad esso collegati e i legami tra i vari episodi vengono inseriti nel contesto di una strategia regionale. La notte precedente all'iniziativa pubblica ignoti appiccano fuoco all'ingresso del cinema.

 
L'attentato incendiario, questa volta, suscita una dura reazione a livello istituzionale: ad essere colpito è un simbolo della sinistra cittadina. Inoltre sul tavolo c'è un'inchiesta che mette a nudo clamorosamente la colpevole condotta tenuta fino a quel momento dalle forze di polizia. L'attacco incendiario catalizza l'attenzione giornalistica e, sui diversi quotidiani, del dossier non si trovano però che esigue menzioni. Ma il clima è decisamente cambiato, tanto che in Consiglio comunale il Alla luce del sole scatena un'accesa polemica. Il regista Davide Ferrario, uno dei soci della società che geswtisce il cinema, indirizza una lettera ai quotidiani locali in cui denuncia l'escalation di attacchi squadristi degli ultimi mesi e la poca attenzione ad essi dedicata. E così, se fino a una settimana prima il Questore di Bergamo escludeva un collegamento tra i vari episodi di squadrismo, il capo della Digos Vincenzo Addato, ora, rilascia un'intervista in cui conferma che, nel Nord Italia «il fenomeno nazista è in crescita».
 
Di seguito la lettera di Davide Ferrario e la rassegna stampa relativa all'episodio.
 
L’Eco di Bergamo e Nuovo Giornale di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005
“SI FERMI LA VIOLENZA FASCISTA”
 
Egregio direttore, l’atto d’intimidazione politica messo in atto l’altra notte ai danni del Blobhouse-Cinema Alba mi spinge a scriverle queste righe, sia come cittadino che come socio della società che gestisce il locale. Nonostante mi sia trasferito da qualche tempo a Torino, cerco sempre di seguire da vicino le vicende bergamasche. E confesso di essermi allarmato non poco nell’ascoltare sempre più spesso da amici e conoscienti episodi di violenza e intimidazione di chiara marca fascista, da pestaggi occasionali di avversari politici a sabotaggi veri e propri come l’incendio del centro sociale Pacì Paciana. Oggi siamo io e i miei soci a subire la vergogna dell’ultimo gesto di questa frangia di violenti. Non ci preoccupiamo certo per i danni materiali (che pure ci sono), ma per il senso profondo della cosa. Spesso il cittadino comune pensa che vicende di questo tipo coinvolgono solo gli “estremisti” e –tutto sommato- non vale la pena darsene troppo pensiero. Vorrei sottolineare che in questo caso il gesto squadristico tocca un locale pubblico non connotato in modo politico ma che aveva l’unica colpa di essere stato concesso a un’iniziattiva aperta a tutti e che proprio quegli episodi voleva dibattere e stigmatizzare. Tutti sanno che prima di fare il regista ho passato lunghi anni a Bergamo come uno degli organizzatori del Laboratorio 80. Erano gli anni caldi tra il settanta e l’ottanta e in qualche modo al Cineforum si stava “in trincea”. Eppure mai –a mia memoria- ci siamo trovati di fronte al tentativo di bruciare un cinema solo perché sede di un’iniziativa antifascista. Chiedo perciò alle Autorità se hanno intenzione di compiere quelle azioni di repressione del neofascismo che sono previste dalla Carta costituzionale e che da tempo avrebbero dovuto essere intraprese. Qualche anno fa avevo partecipato alla polemica sull’installazione delle telecamere di vigilanza, con una posizione molto critica. La maggioranza dei cittadini ha dimostrato di approvare l’installazione e io trovo che sia giusto rimettersi a questa scelta. Mi chiedo però se, dal punto di vista dell’ordine pubblico, tossicodipendenti e scippatori siano un problema più serio e vergognoso dei picchiatori fascisti. Credo che con maggiore volontà –professionale e politica- il problema potrebbe essere risolto prima che si incancrenisca pericolosamente. Ancora orgoglioso di considerarmi bergamasco (anche se non per l’anagrafe), la saluto cordialmente. Davide Ferrario
 
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www.ecodibergamo.it, mercoledì 1 giugno 2005
 
Un incendio doloso nella notte ha danneggiato la porta d'ingresso del cinema Alba Blobhouse di via Biava a Bergamo. Le fiamme sono partite dallo zerbino in plastica sul quale è stato probabilmente versato liquido infiammabile: il calore ha danneggiato anche la porta. Il cinema ospita questa sera un incontro del gruppo Bergamo antifascista: l'ipotesi di un legame fra il rogo e questo appuntamento potrebbe essere possibile. Tanto che il sindaco di Bergamo, Roberto Bruni, nel pomeriggio ha rilasciato la seguente dichiarazione. «Condanno questo ennesimo atto di violenza vigliacca ed esprimo la preoccupazione mia e dell’intera amministrazione per episodi di questo tipo che cominciano a essere oramai troppo numerosi per una convivenza pacifica in città. Confido che la magistratura faccia piena luce su queste vicende».Tornando al rogo, il calore ha danneggiato anche la porta, rompendo i vetri e deformando gli infissi. Le fiamme sono state segnalate ai vigili del fuoco intorno alle 2.30 del mattino, e sono state spente.Sul posto sono intervenute per le indagini le pattuglie della Digos della Questura. I danni ammontano a circa 1.500 euro, conteggiando anche il muro annerito dal fumo.I responsabili del cinema hanno confermato che l'incontro in programma questa sera alle 21 si terrà regolarmente: interverranno Valerio Marchi (consulente scientifico del Progetto ultrà della Commissione europea sul razzismo), Saverio Ferrari (ricercatore dell'Osservatorio Democratico sulle nuove destre), AntifaUniPd (gruppo antifascista dell'Università di Padova). Il progetto Torretta.Z (centro sociale Pacì Paciana) presenterà la video-inchiesta Istantanea d'altri tempi (in corsa alla rassegna cinematografica Corto Potere).
 
 
 
Il Manifesto, giovedì 2 giugno 2005
INCENDIO DOLOSO AL CINEMA ANTIFASCISTA
 
Dovevano presentare un dossier sulle aggressioni neofasciste a Bergamo e ne hanno subita un'altra. Nella notte tra martedì e mercoledì è stato appiccato un incendio doloso che ha danneggiato l'ingresso del cinema Alba Blob House dove erano annunciate proiezioni e interventi per illustrare una ricerca sugli attacchi della destra estrema. Gli organizzatori hanno deciso di presentare ugualmente il dossier ritenendo necessario continuare a denunciare il clima di intolleranza che negli ultimi mesi ha provocato attentati rimasti impuniti.
 
 
 
L’Eco di Bergamo giovedì 2 giugno 2005
ROGO DOLOSO AL CINEMA ALBA
Ignoti hanno dato fuoco all'ingresso a poche ore dall'incontro sulle nuove destre. Danni limitati. Il sindaco: "Questi episodi iniziano ad essere troppo numerosi".
 
In cartellone all’Alba blob house di via Biava ieri sera non c'era la proiezione di un film, ma la presentazione di un'inchiesta sulle attività della destra radicale a Bergamo e provincia promossa da "Bergamo Antifascista". Chi ha appiccato fuoco all'ingresso del locale, l'altra notte, non poteva non saperlo, perchè l'incontro è stato pubblicizzato da tempo. L'allarme è scattato alle 2. Una telefonata anonima ai vigili del fuoco ha segnalato che alte fiamme si levavano all'ingresso del cinema. Quando i pompieri sono arrivati hanno trovato un incendio di dimensioni ridotte e lo hanno spento senza difficoltà. Le fiamme, pertite dallo zerbino in plastica davanti alla porta d'ingresso, hanno avvolto anche la saracinesca e i due battenti in vetro e metallo. L'armatura di metallo si è deformata in più punti a causa del calore e il vetro, annerito dal fumo, si è incrinato. Da una prima stima i danni ammontano a 1500 euro e appare chiaro che chi ha colpito ha volutamente scelto una linea soft. Per colpire più a fondo avrebbe potuto rompere il vetro e gettare qualche ordigno incendiario all'interno, invece, secondo quanto hanno accertato i vigili del fuoco, ha semplicemente dato fuoco allo zerbino esterno all'ingresso dal quale sono scaturite le fiamme. Durante tutta la giornata di ieri piccoli capannelli di giovani si sono avvicendati sul luogo del rogo. Alcuni non hanno nascosto la loro preoccupazione, ma l'incontro di ieri sera non è stato rimandato. Erano invitati a intervenire Valerio Marchi, consulente scientifico del progetto ultà della commissione europea sul razzismo, Saverio Ferrari, ricercatore dell’osservatorio democratiche sulle nuove destre, Antifa UniPd, gruppo antifascista dell’università di Padova e una delegazione del centro sociale Pacì Pciana di Grumello del Piano. Sull’incendio polizia e carabinieri, che in questi ultimi mesi hanno aperto diversi fronti di indagine sui numerosi episodi violenti di matrice politica, non si sbilanciano. Alla prova dei fatti, non è un mistero che alcune aggressioni anche recenti di matrice neofascista possano essere ricondotte alla medesima mano, o quanto meno al medesimo gruppo criminale, probabilmente con agganci nel milanese. Ma quest’ultimo attentato appare insolito per una formazione che predilige lo scontro fisico seguendo tattiche di guerriglia. E’ più probabile quindi, sempre tenendo presente che i piromani hanno agito a ragion veduta, un’azione di un gruppo minoritario e non necessariamente di estrema destra. La matrice neofascista, insomma, questa volta è tutta da provare. Scontato invece il tentativo di far salire la tensione, di alzare la posta in gioco, di provocare reazioni. E’ il sindaco Roberto Bruni ha chiedere con forza di mettere la parola fine a questa escalation: “Condanno questo ennesimo atto di violenza vigliacca ed esprimo la preoccupazione mia e dell’intera Amministrazione per episodi di questo tipo che cominciano ad essere oramai troppo numerosi per una convivenza pacifica in città. Confido che la Magistratura faccia piena luce su queste vicende”. Marcello Saponaro e Roberto Bertoli (Verdi) chiedono che “siano individuati e arrestati nel più breve tempo possibile i responsabili di questi atti inaccettabili, a garanzia della tranquillità democratica della nostra città”. Marco Sironi (Rifondazione) sottolinea che “l’Alba Blobhouse è uno degli spazi cittadini dove le forze democratiche organizzano iniziative e dibattiti e dove vengono proiettati film di qualità. Forse anche per questo è stato preso di mira”.
 
 
 
Bergamo Sette, venerdì 3 giugno 2005
INCENDIO DOLOSO ALLA BLOBHOUSE
Sospettate le frange estremiste di destra. Il sindaco Bruni: "Condanno questo atto ennesimo di violenza vigliacca".
 
Rogo doloso appiccato con l'ausilio di liquido infiammabile nella notte tra martedì e mercoledì all'ingresso del cinema Alba Blobhouse di via Biava, a Valtesse. Le fiamme, partite da uno zerbino di plastica, hanno causato lo scoppio dei vetri e il danneggiamento della porta e dei muri. La sala era stata prenotata la sera successiva per ospitare un incontro del gruppo "Bergamo Antifascista", quindi non mancano i sospetti indirizzati all'estremismo di destra. Decisa la presa di posizione del sindaco Roberto Bruni: "Condanno questo ennesimo atto di violenza vigliacca ed esprimo la preoccupazione mia e dell'intera Amministrazione per episodi di questo tipo che cominciano ad essere oramai troppo numerosi per una convivenza pacifica in città". Siamo molto preoccupati per l'escalation di atti violenti e pericolosi", hanno aggiunto i verdi Marcello Saponaro e Roberto Bertoli.
 
 
 
L’Eco di Bergamo venerdì 3 giugno 2005
INCHIESTA SULL'ESTREMISMO PRESENTATA ALLA BLOBHOUSE
 
Tono metallico e presenza virtuale. “Antifascista”, anche quella, ovviamente. E’ Electra, la voce fuori campo che all’Alba Blobhouse legge spezzoni tratti da “Alla luce del sole”, l’inchiesta sulle attività della destra radicale nella nostra provincia. Un documento che analizza un anno e mezzo di episodi avvenuti in terra orobica: l’ultimo, il rogo doloso al cinema di via Biava, proprio la notte prima della presentazione dell’inchiesta. Clima pacato, in ogni caso, in sala e fuori dall’Alba dove per tutto la sera sono stazionati capannelli di giovani. Quanto all’inchiesta, la ricostruzione dei fatti è minuziosa. E in questa analisi sono supportati dal sociologo Valerio Marchi e da Saverio Ferrari, ricercatore dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre. “Dietro a questa offensiva intollerante c’è una regia pianificata degli eventi –si sostiene nell’inchiesta- con degli esecutori materiali e delle precise responsabilità politiche. Quelle di chi rilancia l’identità nazionalista e si erge contro le tradizioni extracomunitarie”. In merito al rogo doloso all’Alba, la segreteria provinciale dei Ds dichiara, con una nota del coordinatore Filippo Schwamenthal, che “tutta la città saprà rispondere in modo pacifico e democratico. Condividiamo le preoccupazioni e le richieste del sindaco, che chiede di far luce al più presto e di mettere fine a questi gesti gravissimi. Siamo sicuri che le forze dell’ordine e la magistratura assolveranno al più presto ai loro compiti assicurando i responsabili alla giustizia. Esprimiamo piena solidarietà e appoggio ai gestori della Blobhouse.
 
 
 

Il Nuovo Giornale di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005

Dopo il rogo all’Alba. L’intervista. Addato: «il fenomeno è in crescita» Bergamo e il nazifascismo. Ora la Digos è preoccupata
 
Bergamo – Dopo le aggressioni e gli accoltellamenti, un nuovo attentato incendiario che, tutto lascia pensare, proviene da ambienti di estrema destra. Aldilà delle interpretazioni politiche dei fatti c’è un evidente aggravarsi della situazione, dal punto di vista della pubblica sicurezza. L’incendio di mercoledì notte al cinema Alba è un fatto che per l’importanza simbolica del luogo non poteva che suscitare polemiche e ulteriori preoccupazioni, anche da parte delle istituzioni. Così dalla parte delle forze dell’ordine si ammette che la gravità del problema non si può sminuire. Il dirigente della Digos Vincenzo Addato fa il punto della situazione sulle indagini sul rogo all’Alba: «Per ora novità grosse non ce ne sono. Non siamo in grado ancora di fare ipotesi sulla provenienza politica degli autori dell’incendio al cinema». Cautela motivata dalle indagini ancora in corso. Ma i fatti di questo tipo cominciano a essere un numero preoccupante: «Non si può ancora dire se i fatti siano tutti collegati tra di loro – dice Addato – Forse si, forse invece ogni episodio ha un suo contorno specifico. Stiamo facendo delle verifiche ma la difficoltà di queste indagini è dovuto anche al fatto che mancano testimonianze. In nessuno di questi ultimi episodi nessuno a visto niente, tranne naturalmente la persona aggredita a Seriate». Si è parlato spesso in passato di un gruppo di naziskin originari dell’Isola bergamasca: «Sono fatti precedenti che però non sembrano legati a questi ultimi. Direi che si tratta di gruppi nuovi». E il sospetto che alcune di queste spedizioni violente siano state organizzate da personaggi provenienti da altre zone della Lombardia: «Effettivamente in alcune di queste aggressioni siamo sicuri che alcuni partecipanti fossero originari di altre province». Quello che ci si chiede è se a Bergamo si stia vivendo una situazione particolarmente grave rispetto al contesto regionale: «No – risponde Addato – quello di Bergamo è un caso in linea con quanto sta succedendo in tutta la Lombardia e in tutto il Nord. Il fenomeno nazifascista è in crescita e noi stiamo lavorando intensamente su questo problema».
 
 
 
L’Eco di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005
Primo Piano. Ferrandi: «Vedo cose che accadevano trent’anni fa» Pacì, scatta l’ora della paura «La notte siamo terrorizzati»
 
BERGAMO – La presentazione della pubblicazione «Alla luce del sole» si è fatta lo stesso. Il cinema Alba portava ancora mercoledì sera i segni dell’attentato incendiario della notte precedente. Una coincidenza a cui non crede nessuno quella dell’incendio doloso contro uno dei punti storici di incontro della sinistra bergamasca proprio a poche ore dall’appuntamento in cui si parlava di neofascismo nella nostra provincia. Rifondazione Comunista a diramato ieri un comunicato stampa firmato dal segretario provinciale Marco Sironi. Viene denunciata apertamente la matrice politica dell’attentato che viene fatto rientrare «nella violenta strategia di intimidazione messa in atto dai gruppi nazifascisti nella nostra regione». Si invitano quindi le forze dell’ordine a dare «segnali tangibili nell’individuazione dei responsabili». Milvo Ferrandi, esponente di Rifondazione Comunista e da decenni dell’area della sinistra autonoma cerca ricorsi storici: «Proprio un’iniziativa organizzata dalle forze della nuova sinistra al Cinema Alba all’inizio degl’anni settanta scatenò violenti scontri con esponenti di estrema destra. Quello che sta succedendo adesso ricalca ciò che succedeva anni fa, con anche attacchi individuali ad alcune persone». Il pensiero va all’accoltellamento di dieci giorni fa a Seriate: «Questi ultimi fatti stanno assumendo una gravità mai vista prima. Solo per un caso non ci sono state conseguenze più gravi». Il quadro della situazione presenta analogie e collegamenti con vicende del passato: «Qualche anno fa nella nostra zona c’era un gruppo di naziskin di Mapello. Quelli attivi adesso invece fanno parte di un gruppo più ampio che ha radici a livello regionale. E tornano nelle nuove organizzazioni anche nomi di esponenti dell’estrema destra di trent’anni fa». Tutte cose espresse molto chiaramente, con foto e nomi, nella pubblicazione distribuita durante l’incontro del Cinema Alba. Anima dell’inchiesta e dell’organizzazione della serata gli autonomi del Pacì Paciana, due volte negl’ultimi mesi nel mirino di attentati incendiari. Dal centro sociale escono voci preoccupate al punto di non voler dare nome e cognome: «La tensione si sta alzando – dicono gli autonomi – Pensiamo che a compiere questi gesti di violenza siano sempre le stesse persone, probabilmente provenienti dall’hinterland milanese e della media e bassa bergamasca. La cosa più grave però è che le stesse facce siano state viste ai gazebo di Alternativa Sociale, lista candidata alle ultime regionali». Il richio di una faida tra estremi opposti viene escluso: «Ci stiamo semplicemente dicendo di non fare colpi di testa, di stare calmi. Piuttosto siamo preoccupati che ci succeda qualcosa, soprattutto la sera, quando usciamo dal Pacì per andare a casa».
 
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Il Nuovo Giornale di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005
Primo piano/2. L’attivista di sinistra sta ancora male Stefano accoltellato a Seriate «L’Alba? E’ un fatto collegato»
 
Una coltellata dieci giorni fa ha rischiato di ucciderlo. Ora Stefano S., 39 anni di Seriate, è ancora dolorante e sotto shock. La sera di domenica 22 maggio una decina di naziskin, probabilmente non bergamaschi, lo attirarono in una trappola presentandosi con aria provocatoria davanti al bar frequentato abitualmente in paese dal collettivo autonomo antifascista. Della sua vicenda preferisce non parlare: «Sono ancora sotto l’effetto dell’anestesia» e bene non sta, si sente. Dei fatti del Cinema Alba ha sentito parlare sulla tv locale e si è fatto un’idea molto chiara: «Secondo me sono fatti collegati tra di loro» dice, denunciando una situazione che negli ambienti autonomi di sinistra viene segnalata aggravarsi. Stefano S. avvalora anche la tesi degli inquirenti secondo la quale gli autori dell’aggressione venissero da fuori Bergamo: «Sì, io credo anche che questi naziskin facciano parte di un’organizzazione diffusa a livello regionale».
 
 
 
Il Nuovo Giornale di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005
Il tema. Dura condanna degli episodi intimidatori da parte dei Ds. Perplessità dalla Lega
«FIN TROPPO SPAZIO ALL'ANTIFASCISMO»
Bergamo e i neonazisti. Marabini attacca Bruni
 
BERGAMO – La sensazione è che la politica “ufficiale” senta un po’ estranea la vicenda del Cinema Alba, e in generale quella delle violenze subite da esponenti di estrema sinistra. Il richiamo alle forze dell’ordine lanciato dal capogruppo di Rifondazione Comunista Marco Sironi e la lettera lanciata dal regista Davide Ferrario suscita reazioni opposte tra i politici bergamaschi. Il coordinatore della segreteria provinciale dei DS, Filippo Schwamenthal, ha diramato un comunicato di condanna, augurandosi «che tutta la città saprà rispondere in modo pacifico e democratico» e facendo affidamento sulle forze dell’ordine. L’assessore alla sicurezza respinge le accuse di Ferrario: «Non penso si possa parlare di sottovalutazione del fenomeno da parte dell’amministrazione. Certo i fenomeni sono preoccupanti e si stanno verificando con una frequenza preoccupante negli ultimi tempi. L’invito all’azione per le forze dell’ordine da parte di Rifondazione lo trovo invece legittimo. C’è un clima intimidatorio che va contrastato con determinazione». Dall’altra parte dello schieramento politico l’appello a una maggiore attenzione nei confronti del fenomeno nazifascista viene trattato in modo diverso. L’ex assessore Marabini, della Lista Veneziani, esclude che l’amministrazione Bruni abbia trascurato il tema: «L’ordine pubblico su queste cose non è di competenza del Comune. Semmai direi che l’attuale maggioranza ha dedicato fin troppo spazio all’antifascismo, in occasione del 60º della Liberazione sono stati spesi troppi soldi». Secondo Marabini manca attenzione su altri aspetti: «Là dove è di competenza del Comune l’ordine pubblico ha delle carenze: i vigili di quartiere nelle zone di periferia sono già spariti». L’analisi di Marabini sulle ultime violenze di probabile origine nazifascista è netta: «Sono pochi, una decina di teste calde, non c’è emergenza. Direi che in parte reagiscono a un clima di violenza partito dalle manifestazioni di piazza dell’estrema sinistra. E su queste noto un certo strabismo della maggioranza, di cui fanno parte gli assessori Rustico e Amorino che a quelle manifestazioni hanno partecipato. E’ proprio col Pacì Paciana che l’amministrazione ha abbassato la guardia». Dalla Lega, la capogruppo consigliare Luciana Frosio Roncalli, non vuole parlare di emergenza: «Parlare di un rigurgito fascista a Bergamo mi sembra esagerato. Ho vissuto anni in cui davvero c’era da avere paura. Non so se sia compito dell’amministrazione occuparsi di questi episodi, alcuni dei quali non si è nemmeno capito di quale origine siano, come gli incendi al Pacì». Le accuse di vicinanza tra alcuni esponenti della Lega come Borghezio e ambienti di estrema destra, almeno sui temi dell’immigrazione, Frosio Roncalli le respinge: «Sono temi a noi cari ma li abbiamo sempre trattati nella totale legalità, senza mai bruciare ne sfasciare niente. Borghezio qualche volta si è lasciato andare con le espressioni ma non è mai andato oltre».
 
 
 
Il Nuovo Giornale di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005
Il tema/2. «Seriate? Degno delle squadre naziste»
Parigi: «Temo un’escalation. La situazione è preoccupante»
 
BERGAMO – «Temiamo un’escalation di violenza, dopo la moltiplicazione di episodi seri e drammatici come quelli degl’ultimi giorni. La situazione è preoccupante». Sono le parole, tutt’altro che rassicuranti, di Salvatore Parigi, presidente dell’associazione partigiani di Bergamo dopo, ultimo in ordine di tempo, l’incendio intimidatorio al cinema Alba Blobhouse di Valesse. Secondo Parigi le radici di questi episodi vanno ricercate non solo nel vissuto personale di chi commette certi gesti fuorilegge, ma anche nel contesto sociale nel quale si muovono ed operano: «La violenza è parte integrante dei cosiddetti persuasori occulti: la televisione, i film, dove alberga quotidianamente. Chi è giovane oggi si è nutrito per anni di questa realtà, diventando con il passare del tempo uno strumento nelle mani di qualcuno più grande, che fomenta i giovani. Davanti a quanto è accaduto meno di una settimana fa a Seriate non ci sono parole: un vero e proprio episodio di violenza squadrista degno delle squadre naziste e degli stessi che hanno marciato su Roma. L’unica cosa che possiamo compiere noi dell’associazione partigiani è raccogliere informazioni, presentando i fatti all’attenzione di polizia e carabinieri e poi della magistratura, che si occuperà delle indagini. Già in passato, quando i prefetti si sono mossi, collaborando con le forze dell’ordine, abbiamo ottenuto dei risultati e i colpevoli sono finiti in galera. Non ci resta quindi che rivolgerci alle istituzioni, perché l’antica malattia non si è ancora spenta».
 
 
 
Il Nuovo Giornale di Bergamo, venerdì 3 giugno 2005 Il tema/3.
«Evitiamo inutili polemiche. Serve unità»
Tentorio, AN: «Non ricadiamo nei ’70. La politica non si fa con la violenza»
 
BERGAMO – «Io che ho vissuto gli anni ’70 dove si faceva politca anche con la violenza, dico che non dobbiamo ricaderci»: Franco Tintorio non usa tanti giri di parole. Il consigliere comunale di Alleanza Nazionale condanna con fermezza gli ultimi episodi di violenza neonazista accaduti nella Bergamasca. «La politica non si fa con la violenza. Mai. E noi che rappresentiamo i cittadini dobbiamo dissuadere con tutte le nostre forze chi fa queste cose. Quando succedono atti intimidatori di questo tenore serve fermezza. E soprattutto unità. Non è il tempo delle polemiche».
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