Siamo tutti disertori!

Le celebrazioni del 4 novembre 2006 difficilmente potranno essere dimenticate. Sabato, oltre alla tradizionale parata militare, Bergamo ha visto sfilare per la città la Parata dei Disertori. Inevitabile che l'iniziativa avrebbe infastidito le autorità cittadine che, secondo una prassi consolidata, di fronte alla messa a nudo delle proprie contraddizioni, preferiscono affidare al Questore la risoluzione dei problemi, piuttosto che rispondere politicamente delle proprie scelte. Così già in piazza Marconi, luogo del concentramento, la Questura schierava decine di agenti in tenuta antisommossa che circondavano preventivamente i manifestanti, mentre i solerti agenti della Digos bloccavano il furgone della parata (regolarmente autorizzata) per impedirne l'utilizzo. I fatti intercorsi successivamente costituiscono un esempio eloquente di gestione “democratica” del dissenso, all'italiana..

 
Di seguito il comunicato congiunto del Collettivo Studenti Autonomi “Z” e di Antifa Bergamo sulla giornata del 4 novembre e la rassegna stampa. Si noti come L'Eco di Bergamo di domenica 5 novembre fornisca una ricostruzione dei fatti differente rispetto alla cronaca dell'avvenimento diffusa dall'agenzia Ansa e da Il Corriere della Sera (quest'ultima, per altri motivi, altrettanto lontana dalla realtà). Nella malcelata intenzione di minimizzare la portata della protesta, il quotidiano locale sostiene che i manifestanti si siano recati presso la sede della Provincia (cosa mai accaduta) distribuendo volantini e scandendo slogan e che, solo sulla via del ritorno, una decina di persona si sarebbe separata dal corteo, tentando di superare il cordone di Polizia. Infine, quasi a voler discolpare la Questura dalla gestione scriteriata della piazza, l'articolo sottolinea che «le forze dell'ordine hanno arginato con facilità il gruppetto, senza effettuare alcuna carica».
 
SIAMO TUTTI DISERTORI!
 
Le celebrazioni del 4 novembre di quest’anno difficilmente potranno essere dimenticate. Oggi, oltre alla tradizionale parata militare, Bergamo ha visto sfilare per la città la parata dei disertori.
 
Due “memorie” opposte e divergenti si sono affrontate per le strade della nostra città: i “loro” eroi, quelli che combatterono per l’onore della patria (o per una guerra di conquista, che dir si voglia), e i nostri eroi, coloro che ebbero il coraggio di combattere per affermare le imprescindibili istanze della propria coscienza e che pagarono, talvolta al prezzo della propria vita, il rifiuto di uccidere altri esseri umani.
 
Abbiamo ritenuto complice il silenzio adesso che l’ombra della guerra incombe tetra, come in un passato non troppo distante, sul futuro dell’umanità. Non possiamo tacere laddove ridondanti richiami all’unità nazionale, in un giorno come questo, stridono con quei precetti su cui la repubblica nata dalla Resistenza trae le proprie origini.
 
La mancanza di memoria storica, mentre supporta la costruzione di questa bellicosa identità nazionale, legittima le guerre del presente riabilitando quelle del passato e si trasforma sotto i nostri occhi in una memoria distorta: così un aviatore che gassava la popolazione etiope per soddisfare le ambizioni di conquista del regime fascista, diventa un eroe cittadino, una vittoria bellica diventa motivo d’unità nazionale, la pace diventa guerra e la guerra diventa pace.
 
Affermare tutto questo il 4 novembre è un’urgenza alla quale non abbiamo potuto sottrarci. Le ripercussioni a cui, con il sorriso di chi ha ragione (e soprattutto ragioni), siamo consapevolmente andati incontro, illuminano di per sé su quanto le contraddizioni della loro guerra e della loro pace debbano rimanere taciute, affinché le loro motivazioni non possano essere miseramente sconfessate.
 
A dimostrazione di ciò la giornata di oggi esige una cronaca eloquente.
 
 
FATTI (NOSTRI) E MISFATTI (LORO) DI UNA CELEBRAZIONE DI GUERRA
 
Già dal concentramento la questura dimostrava le proprie intenzioni schierando un nutrito numero di carabinieri e polizia in assetto antisommossa che, dalle prime battute, manganelli alla mano, circondavano la parata dei disertori. Mentre un’autovettura della polizia impediva al furgone della parata di partire, giungeva l’assurdo divieto di utilizzare il furgone stesso con l’impianto musicale (cosa mai accaduta a Bergamo). Sbrigativamente veniva spiegato dal vicario della Questura che veniva fatto assoluto divieto di ricorrere a qualsiasi strumento in grado di riprodurre dei suoni, o di amplificare le voci. In particolare veniva spiegato come le lattine di birra ospitate dal furgone potevano rappresentare pericolose armi nelle mani dei facinorosi. Nonostante questi miseri tentativi della Questura di circoscrivere la portata dell’iniziativa, 300 disertori attraversavano con determinazione viale papa Giovanni XXIII, raggiungendo in breve tempo largo Porta Nuova: la parata militare era ormai a poche centinaia di metri. A questo punto la parata, di fronte al cordone di poliziotti, era impossibilitata a proseguire il proprio percorso e si trovava schiacciata lateralmente anche da un cordone di carabinieri: qualunque agibilità veniva democraticamente negata. A questo punto è stato lo spontaneo investimento dei partecipanti alla parata a vincere l’”abbraccio” delle forze di pubblica sicurezza. La parata decideva a questo punto di autodisperdersi consegnando ai 300 disertori quella libera iniziativa caotica e spontanea che ha reso la giornata eccezionale. A gruppetti, i 300 disertori, decidevano di recarsi presso la parata militare e le celebrazioni istituzionali, da liberi cittadini quali credevano di essere. La risposta delle forze di pubblica sicurezza era tanto scomposta quanto assurda: la polizia caricava i liberi cittadini (e cittadine) disertori senza riuscire tuttavia a disperdere i vari gruppetti di studenti, intimando a tutti di tornarsene a casa, ma al tempo stesso non permettendo loro di andarsene e distribuendo anzi manganellate e spintoni ai e alle presenti. La situazione assumeva a questo punto dei contorni grotteschi, dove ispettori di polizia, a cui la situazione era visibilmente sfuggita di mano (in conseguenza della gestione aggressiva della piazza che la Questura aveva messo in pratica) correvano da una parte all’altra di via Camozzi, dimostrando di non sapere letteralmente come comportarsi. L’episodio più grave è l’aggressione di una ragazzina da parte di due agenti della polizia in tenuta antisommossa (uno dei quali, senza nulla aggiungere, decisamente esagitato); sottratta la ragazzina dalle loro grinfie e legittimamente apostrofati i due agenti come codardi, i e le giovani presenti venivano fatti oggetto di provocazioni verbali (e non), che poco hanno a che vedere con la gestione dell’ordine pubblico. Contemporaneamente un gruppo di 50 disertori riusciva ad oltrepassare lo schieramento dei carabinieri, giungendo a ridosso della parata militare al grido di “siamo tutti disertori”. Quest’ultimi venivano spintonati e manganellati dai carabinieri, che requisivano loro persino lo striscione, ma nonostante ciò riuscivano a ricompattarsi con il resto dei disertori terminando la manifestazione con un sit-in in Porta Nuova. Collettivo Studenti Autonomi Zeta Antifa Bergamo
 
 
 
www.ansa.it, sabato 4 novembre 2006
TENSIONE A BERGAMO DURANTE CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE
Carica polizia contro centinaio anarchici che protestavano
 
BERGAMO, 4 NOV – Tensione durante le celebrazioni del 4 Novembre nel centro di Bergamo. La polizia ha caricato per disperdere un centinaio di anarchici. Il corteo degli anarchici era autorizzato dalla questura. Ma un gruppo di giovani per manifestare contro la sfilata delle Forze Armate in piazza Vittorio Veneto si e' staccato dal corteo principale. Quando gli anarchici hanno esposto uno striscione, a circa venti metri dalla parata, e' partita la carica della polizia.
 
 
 
www.ansa.it, sabato 4 novembre 2006 A BERGAMO TENSIONE PER PROTESTA ANARCHICI
 
Momenti di tensione questa mattina durante le celebrazioni del 4 Novembre in pieno centro a Bergamo. C'è stata anche una breve carica della polizia contro un centinaio di anarchici che manifestavano contro la sfilata delle Forze Armate in piazza Vittorio Veneto. Il corteo degli anarchici, autorizzato dalla Questura, si è bloccato a Porta Nuova, da dove, invece di proseguire in via Tiraboschi, i giovani si sono diretti di corsa in un'altra direzione, sparpagliandosi tra le auto, nel tentativo di raggiungere la parata militare da una via laterale. Inseguiti dalle forze dell'ordine, gli anarchici hanno raggiunto il Sentierone al grido di ''Siamo tutti disertori'', e quindi piazza Dante e viale Roma. Sul posto c'erano decine di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Quando gli anarchici hanno esposto uno striscione, a circa venti metri dalla parata delle Forze Armate, è partita una carica di alleggerimento della polizia. I giovani sono scappati, dileguandosi nelle vie adiacenti. La situazione e' tornata progressivamente alla normalita', quando la sfilata delle Forze Armate era ancora in corso. Gli anarchici sono poi tornati in Porta Nuova, dove hanno proseguito la manifestazione di protesta con un sit-in mezzo alla strada.
 
 
 
L'Eco di Bergamo, domenica 5 novembre 2006
IV NOVEMBRE, FESTA IN CITTÀ E NEI PAESI QUALCHE PROTESTA A BERGAMO E A COVO
 
L'anniversario del IV Novembre ha visto a Bergamo e in provincia le celebrazioni per la Giornata dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate. Parate militari, deposizione di corone di fiori ai caduti, ricordo dell'impegno dei soldati anche nelle attuali missioni di pace. Molti gli studenti delle scuole che hanno partecipato alle manifestazioni, occasione per richiamare una tappa importante della storia del Paese. A Bergamo e a Covo ci sono state anche alcune contestazioni ad opera, in particolare, di gruppi di giovani legati a collettivi studenteschi, anarchici e centri sociali.. In città la contestazione è venuta da un gruppo di giovani, un centinaio, partito in corteo dalla Stazione e diretto a Porta Nuova e poi davanti alla sede della Provincia. Slogan e distribuzione di volantini hanno accompagnato il corteo dal quale poi, sulla strada del ritorno, verso le 10.30, a Porta Nuova, si è staccato un gruppetto di una decina di persone che ha cercato di superare il blocco di polizia e carabinieri. Qualche spintone e un po' di tensione, ma le forze dell'ordine hanno arginato con facilità il gruppetto, senza effettuare alcuna carica. Anche a Covo piccola contestazione. Nel paese della Bassa, mentre sfilava il corteo per il IV Novembre alcuni giovani hanno esposto uno striscione provocatorio, nel quale si chiedeva cosa ci fosse da festeggiare. Lo striscione ha seguito il corteo ed è poi rimasto esposto per qualche minuto nella piazza del paese. L'intervento dei carabinieri di Romano e della Polizia locale del Consorzio della Bassa ha poi fatto ritirare lo striscione.
 
 
 
Corriere della Sera, domenica 5 novembre 2006
ANARCHICI CONTRO LA PARATA. LA POLIZIA LI FERMA CON UNA CARICA
 
BERGAMO – Poliziotti in tenuta antisommossa sono dovuti intervenire con una carica di alleggerimento ieri mattina a Bergamo per disperdere un gruppo di anarchici che contestavano con urla e fischi la parata militare e le celebrazioni ufficiali in piazza Vittorio Veneto. I manifestanti erano poco più di una cinquantina, in larga parte provenienti da fuori provincia. Si sono radunati in Porta Nuova sotto uno striscione che recitava: «Siamo tutti disertori». All'inizio sembrava che volessero limitarsi ad una contestazione pacifica. Intorno alle 11, invece, qualcuno ha cercato di forzare il cordone di poliziotti. Il corteo degli anarchici, autorizzato dalla Questura, si è bloccato a Porta Nuova, da dove, invece di proseguire in via Tiraboschi, i giovani si sono diretti di corsa in un'altra direzione, sparpagliandosi tra le auto, nel tentativo di raggiungere la parata militare da una via laterale. Ne sono seguiti attimi di tensione, con spintoni e urla. Tutto si è però esaurito nell'arco di pochi minuti.
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