Svastiche arancioni, armi ed esplosivo

Mercoledì 14 giugno 2006 Treviglio si sveglia con i muri del centro cittadino ricoperti di svastiche di colore arancione. Il misterioso autore del raid intollerante viene però scoperto già dal giorno seguente dalla polizia di Treviglio, grazie ad alcuni filmati di alcune telecamere. Il giorno seguente scatta perciò una perquisizione presso l'abitazione del sospettato (che la polizia definisce “persona piuttosto pericolosa” per i suoi precedenti) e quello che gli agenti si trovano di fronte è inquietante e assolutamente inaspettato. In un soppalco dell'appartamento del sospettato vengono ritrovati, oltre a 2 etti di hashish, anche materiale di matrice nazista, un fucile a canne mozze non denunciato, coltelli, materiale esplodente e persino una granata.

 
L'Eco di Bergamo, giovedì 15 giugno 2006
TREVIGLIO, IL CENTRO COPERTO DI SVASTICHE
 
Una quarantina di svastiche color arancio sono comparse sui muri di alcuni edifici più in vista di Treviglio. Tutto il «lavoro» è stato compiuto l'altra notte dalla stessa mano armata di vernice spray che ha lasciato il segno sulle sedi di tribunale, polizia locale, carabinieri, Cassa rurale, chiesa di San Zeno e nelle vie del centro storico. Non è chiaro se il misterioso imbrattatore abbia voluto lasciare un messaggio di «benvenuto» alla nuova amministrazione di centrosinistra. Il neosindaco Ariella Borghi però non si dice allarmata dall'insolito raid vandalico: «Mi preoccupa il fatto che in giro ci sia gente incivile. Ho chiesto l'intervento delle forze dell'ordine, perché i responsabili vengano individuati».
 
 
RAID: TREVIGLIO TAPPEZZATA DI SVASTICHE
Oltre 40 disegnate di notte in centro Il sindaco: contro di me? Non importa
 
TREVIGLIO Il Tribunale, la sede della polizia locale, la caserma dei carabinieri, la Cassa rurale, la stazione centrale, l'ex Upim, la centralissima via Roma, l'ex Foro Boario, un distributore di carburante e addirittura la chiesa di San Zeno e il Collegio degli Angeli. Non ha risparmiato alcun luogo-simbolo di Treviglio il misterioso imbrattatore che, nella notte tra martedì e ieri, ha tappezzato la città della Bassa di svastiche di colore arancione. Anche se la polizia esclude collegamenti con la politica, parlando di semplice atto vandalico, è impossibile non sottolineare la vicinanza con le elezioni amministrative che, soltanto lunedì, hanno sancito la vittoria della diessina Ariella Borghi. Tra l'altro, come in molti ieri mattina facevano notare nel centro di Treviglio (a pochi sono infatti sfuggite le svastiche, comparse davvero in ogni angolo della città), l'arancione è lo stesso colore utilizzato come simbolo della campagna elettorale del neosindaco. Un gesto di protesta contro l'elezione della Borghi? Difficile da stabilire. Gli uomini del commissariato di polizia visioneranno le riprese video delle zone dove sono comparse le svastiche alla ricerca di eventuali indizi. Secondo la polizia si tratterebbe della stessa mano: un'unica persona, che avrebbe trascorso diverse ore in giro per la città a disegnare le svastiche – in tutto ne sono state contate almeno una quarantina -, utilizzando uno spray di un arancione piuttosto acceso. Accanto alle svastiche, sono comparsi anche altri simboli di varia natura, come un piede e una siringa. Soltanto sulla facciata del Collegio degli Angeli e sulla vetrata dell'ex Upim di piazza Garibaldi sono apparse delle scritte. Sull'ex Upim la scritta è in verde e recita: «Il centro sociale brucia». L'imbrattatore non ha risparmiato alcuna strada del centro storico. Nessuna croce uncinata, invece, sul municipio, protetto da un sistema di videosorveglianza. Imbrattate anche alcune strade che portano verso la periferia, come viale De Gasperi e largo Lamarmora. La neosindaco Ariella Borghi ha invitato le forze dell'ordine a individuare gli autori: «Vedere quelle svastiche – ha spiegato – non mi ha fatto di sicuro bene, perché tra noi e il nazismo c'è di mezzo un oceano. Se tutto ciò è stato attuato contro di me, per via della vittoria elettorale e del colore arancio che in questi giorni ho indossato, allora proprio la cosa non mi interessa». Nessun allarmismo, dunque, per il sindaco: «Mi preoccupa invece il fatto che in giro ci sia gente incivile. Come sindaco ho subito richiesto l'intervento di carabinieri, commissariato e polizia locale, perché gli autori vengano individuati. L'importante è che la città ritorni pulita, nel rispetto di tutti i trevigliesi». Anche il futuro vicesindaco Francesco Lingiardi condanna l'episodio: «Non voglio dare nessuna interpretazione all'accaduto, ma dico solo che si tratta della bravata di maleducati, privi di un minimo senso civico, che vanno individuati e puniti con l'obbligo di pulizia dei muri. Secondo me è un'iniziativa isolata di poche persone». Duro Alberto Vertova, segretario dei Ds, la cui bacheca era già stata imbrattata martedì sera: «Chi ha fatto questo dimostra il suo disappunto contro la vittoria di Ariella Borghi e del centrosinistra. Sono sicuro che la matrice dell'azione va individuata tra chi appartiene al gruppo di fantomatici moderati, sconfitti alle elezioni amministrative». Nessuna replica in merito, ma solo disappunto da parte del consigliere di An, Basilio Mangano: «Un episodio del genere non ha senso nella maniera più assoluta e va condannato. Difficile individuare gli autori che comunque restano degli sprovveduti».
 
 
 
L’Eco di Bergamo, venerdì 16 giugno 2006
SVASTICHE, UN ARRESTO
In casa un arsenale
 
È stato rintracciato in meno di ventiquattr'ore il presunto autore delle oltre quaranta svastiche arancioni comparse a Treviglio nella notte tra martedì e mercoledì. Si tratta di un uomo di 48 anni, residente a Mozzanica. Nella sua abitazione gli investigatori del commissariato di polizia trevigliese, agli ordini del commissario capo Luciano Rindone, hanno trovato anche un piccolo arsenale di armi e droga: così, oltre alla denuncia a piede libero per l'imbrattamento dei muri, per il quarantottenne si sono aperte le porte del carcere. L'uomo è stato arrestato con le accuse di detenzione di armi, materiale esplodente e sostanze stupefacenti. In casa aveva un fucile, una piccola bomba, 200 grammi di hashish e materiale inneggiante il nazismo. A lui gli agenti del commissariato sono arrivati grazie ai filmati di alcune telecamere piazzate nel centro di Treviglio, nel quale si vedeva il quarantottenne disegnare le svastiche e poi scappare in bicicletta. Durante il raid solitario sarebbe stato inoltre notato da due testimoni.
 
 
SVASTICHE, I FILMATI INCASTRANO L'AUTORE
Treviglio: arrestato quarantottenne di Mozzanica
La polizia gli trova in casa armi, esplosivo e droga
 
TREVIGLIO Ripreso da almeno due telecamere, una alla stazione Ovest e l'altra in via Roma, e notato da due testimoni oculari in piazza Setti. Non è certo passato inosservato il raid vandalico di martedì notte in centro a Treviglio. E infatti in meno di ventiquattr'ore gli uomini del commissariato di polizia hanno rintracciato il presunto autore delle oltre 40 svastiche arancione disegnate sui muri del centro e della periferia della città. L'indagine ha portato all'identificazione e al successivo arresto di una persona che la polizia definisce piuttosto pericolosa. Si tratta di G. M., 48 anni, nativo di Milano e residente a Mozzanica, già noto alle forze dell'ordine per reati concernenti armi e stupefacenti. Nel corso della perquisizione della sua abitazione – che si è protratta fino a ieri sera – la polizia ha infatti trovato e sequestrato, nascosto in un soppalco, un piccolo arsenale: un fucile a canne mozze non denunciato, diverso materiale esplodente (tra cui anche una specie di bomba), altre armi, spade e coltelli, 200 grammi di hashish più altre dosi di droga, oltre a cartoline inneggianti il nazismo e Adolf Hitler. Per questo motivo, oltre alla denuncia a piede libero con l'accusa di deturpamento e imbrattamento di cose altrui (articolo 639 del codice penale), per il quarantottenne si sono aperte le porte del carcere: è stato arrestato con le accuse di detenzione di materiale esplodente, armi e sostanze stupefacenti. Ieri sera G. M. è stato portato nel carcere di via Gleno a Bergamo. Secondo la polizia sarebbe comunque escluso ogni collegamento a vicende politiche e le svastiche sarebbero soltanto di un gesto vandalico. Gli uomini del commissario capo Luciano Rindone sono risaliti al presunto autore del gesto vandalico dopo aver visionato i filmati di diverse telecamere – pubbliche e private – collocate nel centro e nella periferia. In particolare in due video – alla stazione Ovest e nella centralissima via Roma – si vedeva l'autore delle svastiche in azione: l'uomo, dopo aver disegnato le croci uncinate, si allontanava in sella a una bicicletta. Visto che le immagini erano però poco nitide, la scientifica del commissariato ha realizzato un identikit. I colleghi delle Volanti hanno riconosciuto nell'immagine elaborata al computer una loro vecchia conoscenza, appunto il quarantottenne di Mozzanica. Il presunto autore delle svastiche è poi stato riconosciuto da almeno due testimoni oculari che, nella notte tra martedì e mercoledì, lo avrebbero visto mentre realizzava una croce uncinata in piazza Setti. L'autore delle svastiche ha agito da solo e a volto scoperto, senza badare alle telecamere e a eventuali persone che lo potessero vedere. Raccolti tutti gli elementi contro il quarantottenne di Mozzanica, ieri pomeriggio gli uomini del commissariato di polizia si sono presentati alla sua abitazione e hanno provveduto a denunciarlo a piede libero: il quarantottenne, che aveva disegnato una svastica anche fuori casa, è stato portato in commissariato e fotosegnalato. Nel frattempo è scattata la perquisizione della sua abitazione. In casa i poliziotti hanno trovato alcune delle bombolette utilizzate, secondo l'accusa, per imbrattare le pareti degli edifici del centro di Treviglio. In un soppalco c'era invece l'arsenale con armi, esplosivo e droga. Il quarantottenne è stato prima denunciato per l'imbrattamento dei muri e successivamente arrestato per il materiale e la droga che aveva in casa. Le svastiche, in tutto una quarantina, erano comparse sui principali edifici trevigliesi: le stazioni, il municipio, il Tribunale, la caserma dei carabinieri e l'ex Upim per citarne alcuni. E poi tante altre su altri muri del centro. In alcuni casi sono state realizzate – sempre con spray arancione – anche delle scritte con insulti, oppure disegni senza senso. Gli uomini del commissariato di polizia di Treviglio non escludono ulteriori sviluppi nelle indagini per oggi: si sta infatti indagando sull'eventuale utilizzo del materiale trovato in casa al quarantottenne.
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