Domenica 17 ottobre, a poca distanza dal centro sociale Pacì Paciana, 4 giovani venivano aggrediti da una decina di nazisti armati di bastoni e coltelli. Uno dei giovani finiva al pronto soccorso, mentre la loro auto restava pesantemente danneggiata. Nell'ultimo anno e mezzo episodi simili si sono susseguiti in tutta la Lombardia con una frequenza inquietante. I tutori dell'ordine, tanto solerti nei nostri riguardi, assumono invece posizioni ambigue (per non dire di peggio..) nei confronti di questi utili idioti, che troppo spesso ritroviamo nel ruolo di esecutori stolti di dozzinali strategie repressive. Di fronte al moltiplicarsi di questi episodi, Il centro sociale Pacì Paciana promuove un'assemblea pubblica per venerdì 5 novembre 2004, un confronto aperto alla cittadinanza che possa essere prima di tutto un momento di informazione. L' idea è quella di ricostruire una cronologia degli avvenimenti attraverso testimonianze dirette, da cui sviluppare una riflessione collettiva su quanto accaduto fino a oggi.
Di seguito il comunicato del centro sociale.
La notte tra sabato 16 e domenica 17 ottobre, a poca distanza dal c.s.a. Pacì Paciana, 4 giovani venivano aggrediti da una decina di naziskin armati di bastoni e coltelli. Uno dei giovani finiva al pronto soccorso, mentre la loro auto restava pesantemente danneggiata. Nell'ultimo anno e mezzo episodi simili si sono susseguiti in tutta la Lombardia sempre più frequentemente: attentanti incendiari, assalti a centri sociali, aggressioni e provocazioni di vario tipo. I tutori dell'ordine, tanto solerti nei nostri riguardi, assumono invece posizioni ambigue (per non dire di peggio..) nei confronti di questi personaggi, che, più che rivoluzionari nazional-socialisti, spesso e volentieri appaiono come utili idioti impiegati nell'attuazione di dozzinali strategie repressive. Basti ricordare i 4 giovani di Milano accusati di rapina (!!) perché, di ritorno da un corteo antifascista tenutosi a Genova, avevano allontanato dal treno 3 neonazisti, sequestrandogli la giacca sulla quale comparivano simbologie razziste. Tutto lascia pensare che questi nazisti post moderni continueranno a riaffacciarsi nei mesi a venire, specialmente considerando l'impunità e la complicità di cui sembrano godere e la frequenza con cui continuano ad avere luogo avvenimenti analoghi.
Non ci sorprende essere tra i loro obbiettivi prediletti, come non ci sorprende che insieme a noi lo siano tutti coloro che cercano di offrire un'alternativa concreta in una città come la nostra; non ci sorprende nemmeno sapere che, insieme a noi, sulla lista nera compaiono anche immigrati, omosessuali, tossicodipendenti, senzatetto e tutti coloro che di questa società costituiscono la parte debole e diversa e che per questo motivo subiscono spesso questo genere di discriminazione e prevaricazione violenta. Non ci sorprende nemmeno che il teatro di questa offensiva intollerante siano proprio le città dell'opulenta Pianura Padana, sempre più salotti, sempre meno patrimonio di chi le abita, raramente capaci di fornire risposte soddisfacenti ai bi-sogni dei soggetti attivi della metropoli. Bergamo, come le altre, si trasforma rapidamente, moltiplica le opportunità di consumo disinteressandosi di tutto ciò che non produce profitto, laddove la ricchezza di pochi genera contraddizioni e precarietà per molti.
Da questa analisi è emersa l' esigenza di un incontro rivolto a tutta la cittadinanza, che possa essere prima di tutto un momento di informazione compartecipata sui fatti avvenuti in città e sul contesto più ampio nel quale essi si collocano. L'idea è quella di ricostruire una cronologia degli avvenimenti attraverso testimonianze dirette, relative anche ad episodi avvenuti in altre città, da cui sviluppare una riflessione collettiva sulle dinamiche che li possono aver determinati.
Invitiamo quindi tutte le realtà cittadine antifasciste, critiche, antagoniste, organizzate o informali, venerdì 5 novembre 2004 alle ore 20:45, presso l'auditorium della scuola Muzio al Villaggio degli Sposi. Per chi arriva da fuori città: Autostrada A4, uscita Dalmine, seguire per Bergamo; superato il terzo incrocio con semafori imboccare la prima traversa sulla sinistra (via Promessi Sposi) e proseguire fino alla prima via sulla destra (via don Valvassori).
“Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, dal fondo brutalmente egoista di una società”. c.s.a. Pacì Paciana