Nazi raus!

Sabato 24 aprile 2004, una quindicina di boneheads (tra cui gli stessi presenti al gazebo di Alternativa Sociale del 17 aprile e altri provenienti da diverse provincie della Lombardia) effettuano una ronda per le vie del centro di Bergamo. Verso le 15:30 aggrediscono un giovane del Collettivo Studenti Autonomi “Z”, che fortunatamente riesce a fuggire. Decine di antifa convergono sul posto per presidiare il centro e intorno alle 18, radunatisi presso il bar Caffè de Paris di viale Papa Giovanni XXIII, vengono aggrediti dal gruppo di boneheads. Le persone presenti respingono con decisione gli aggressori, ma la dinamica dei fatti getta un'ombra sull'operato degli agenti della Questura presenti.

 
In particolare, è opportuno chiarire due elementi riferiti alla dinamica dell'accaduto. Il primo è che non si è trattato di un incontro casuale di due gruppi all'uscita di un bar, come sostiene l'articolo de L'Eco di Bergamo del giorno seguente, ma di un attacco premeditato. Questo è confermato dall'aggressione al giovane appartenente al Collettivo Studenti Autonomi "Z”, avvenuta già nel primo pomeriggio e dalla natura stessa della provocatoria e nutrita presenza del gruppo in centro città (circostanza senza predenti). Il secondo è che alcuni agenti della Digos erano già presenti sul posto e seguivano il gruppo di boneheads da alcune ore (intervenuti per placare una lite scoppiata tra gli stessi boneheads e il gestore del Canadian Pub di via Sant'Orsola), ma fino all'ultimo momento non hanno fatto nulla per impedire l'aggressione. Altri elementi farebbero pensare a una provocazione ben congegnata. Alcuni minuti prima dell’aggressione nel bar entravano due uomini, riconosciuti come agenti della Questura di Bergamo, i quali, muniti di telefono cellulare dotato di fotocamera, si posizionavano a fianco del gruppo di antifa presenti. Durante l’assalto inoltre sopraggiungevano immediatamente sul posto (con un tempismo decisamente anomalo) una camionetta della Polizia Penitenziaria e una della Questura. Va osservato inoltre che, a differenza del resto del gruppo (fermato e identificato dalla polizia), uno dei boneheads (presente il sabato predente al gazebo di Alternativa Sociale e denunciato per l'aggressione avvenuta il 13 giugno del 2003 a Bonate Sotto) riesce inspiegabilmente ad allontanarsi indisturbato, senza nemmeno essere stato identificato. La circostanza appare strana se si considera il ruolo di coordinamento che questo individuo sembrava rivestire durante l'aggressione (e il sabato predente al gazebo di Alternativa Sociale) e la condotta da egli tenuta durante l'azione, quando addirittura un agente della Digos cade a terra tentando di placarlo.

 

Di seguito l'articolo de L'Eco di Bergamo ddi domenica 25 aprile 2004 e la lettera, con la ricostruzione dell'accaduto, inviata allo stesso quotidiano dal centro sociale Pacì Paciana e mai pubblicata. 

AUTONOMI E "TESTE RASATE", ZUFFA IN CENTRO

"in porta nuova sotto gli occhi di centinaia di passanti. arriva la digos, un giovane medicato"

Come in un istantanea di altri tempi, ieri nell'affollatissimo passaggio del sabato pomeriggio un gruppo di autonomi, appartenenti all'area dell'estrema sinistra, si è scontrato con una quindicina di militanti di estrema destra in Porta Nuova, davanti a centinaia di spaventati passanti. Sembra che i due gruppi si siano incontrati per caso all'uscita di un bar della zona, ieri pomeriggio alle 18. Nessuna mossa premeditata, quindi, ma dopo le prime provocazioni e gli insulti, a due passi dai propilei di Porta Nuova, sarebbero partiti anche qualche spintone e qualche manata di troppo, tanto che, pensando al peggio, alcuni testimoni hanno chiamato il 113, intervenuto in forze in breve tempo. Lo scontro però, è rientrato quasi subito, quando il gruppetto di autonomi si è allontanato in tutta fretta. Il gruppo di "teste rasate" è stato raggiunto dagli agenti della questura in largo Porta Nuova, mentre erano diretti verso via Zambonate. I giovani, una quindicina in tutto, non hanno opposto resistenza e sono stati tutti identificati dal personale della Digos, con il supporto della squadra Volanti. Uno dei giovani è stato medicato perché nello scontro ha riportato un'escoriazione alla testa. Gli altri, dopo essere stati tranquillizzati dagli agenti, sono stati caricati su un pullman dell'ATB, chiamato appositamente e, scortati dalla polizia, sono stati allontanati da Porta Nuova. Si temeva, infatti, che l'episodio di pochi minuti prima potesse ripetersi senza un deciso intervento da parte della pubblica sicurezza. Dopo l'allontanamento dei giovani, la folla di curiosi che si era accalcata intorno alle forze dell'ordine intervenute si è dispersa e la situazione è tornata alla normalità. Sabato 17 un altro scontro tra opposte fazioni aveva scosso il pomeriggio. Verso le 16, attorno al chiostro allestito in largo Rezzara, per presentare il neonato movimento politico cui fanno capo Forza Nuova, la lista di Alessandtra Mussolini e Fronte Sociale – Fn nazionale, i rappresentanti dei tre movimenti sono stati affrontati da una ventina di contestatori che, telecamera e macchina fotografica alla mano, hanno cominciato a filmare lo stesso gazebo e la gente che vi si avvicinava. La situazione non è degenerata grazie anche alla massiccia presenza delle forze dell'ordine, che hanno creato una sorta di "cordone" attorno allo stesso chiostro. — All'attenzione della redazione de "L'Eco di Bergamo". Scriviamo questa lettera in riferimento all'articolo comparso nella cronaca cittadina del vostro quotidiano, in data 25 Aprile 2004, dal titolo "Autonomi e teste rasate, zuffa in centro". Qui di seguito riportiamo la nostra versione dell'accaduto in quanto alcun* di noi si sono trovati loro malgrado coinvolt* nei fatti. Sabato 24 Aprile, verso le ore 18, alcun* giovani dal vostro giornale definiti come "autonomi, appartenenti all'area dell'estrema snistra", sedevano ai tavoli esterni del Cafè de Paris, in viale Papa Giovanni XXIII, quando una quindicina di neonazisti in formazione, con tanto di anfibi luccicanti, teste rasate e simboli xenofobi in bella mostra sugli abiti, seguiti a vista da quattro o cinque agenti della Digos, sbucavano da via San Francesco d'Assisi (dalla parte opposta del viale rispetto all'ubicazione del Cafè de Paris), muovendosi rapidamente verso largo Porta Nuova. Arrivati all'altezza della Chiesa delle Grazie, i quindici componenti della squadraccia si rivolgevano verso il cafè con saluti romani e scandendo cori razzisti in lingua tedesca. Alcun* giovani sedut* ai tavoli del cafè allora rispondevano invitando verbalmente, ma in maniera decisa, le teste rasate ad andarsene, portandosi dietro l'odio e l'intolleranza che da sempre ne contraddistingue la specie. In risposta i quindici neo nazzisti, bottiglie e cinghie alla mano, attraversavano minacciosamente il viale, bloccando il traffico e correndo in direzione del cafè, dove solo la prontezza dei/delle giovani presenti, alzat*si dai tavoli e compattat*si in pochi secondi per respingere gli aggressori, ha evitato che la situazione degenerasse in un pestaggio indiscriminato. Gli agenti della Digos presenti sul posto, intervenuti per fermare le teste rasate solo quando queste erano a pochi metri dal cafè (a nostro giudizio troppo tardi per compiere un'azione efficace..), non riuscivano a impedire loro di infliggere alcuni colpi con le cinghie e di lanciare una bottiglia, frantumatasi pericolosamente in mezzo alla piccola folla spaventata accalcatasi fuori dal Cafè de Paris. Gli agenti della Digos faticosamente riuscivano a trascinare verso via Tiraboschi la squadraccia di provocatori che, determinati a continuare l'efferata aggressione di cui si erano resi protagonisti fino a quel momento, continuavano a opporre loro resistenza. Il sopraggiungere di altri agenti riusciva quindi a ristabilire l'ordine, dove, ci teniamo a precisarlo, solo la determinazione dei/delle giovani presenti all'esterno del cafè nel respingere gli aggressori, senza eccessi e senza raccoglierne le provocazioni, ha scongiurato conseguenze che potevano essere ben più gravi. Riteniamo che l'episodio di sabato pomeriggio rappresenti un episodio di estrema gravità, per le modalità dell'aggressione, per il luogo ed il momento della giornata in cui si è verificata (il centro di Bergamo era gremito di famiglie con bambini, anziani e giovani a passeggio) e perchè, oltre a rappresentare una provocazione perpetrata alla vigilia della festa della Liberazione, si inserisce in un panorama più ampio di aggressioni, pestaggi e violenze che negli ultimi mesi si sono moltiplicate in tutta Italia ad opera di militanti di estrema destra.

c.s.a. Pacì Paciana

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