Dopo il congelamento della convenzione tra il Comune di Bergamo e il centro sociale Pacì Paciana, avvenuta il 29 febbraio 2005, conseguenza delle pressioni esercitate sul sindaco Bruni dal centro destra (con la cassa di risonanza martellante fornita da L'Eco di Bergamo) dopo la manifestazione del 12 febbraio precedente, la Lega Nord – Padania risolleva la questione in occasione dell'inizio ormai prossimo dei lavori di messa a norma dello stabile comunale in cui ha sede il centro sociale. Il Carroccio però, riferendosi ai fondi stanziati per la necessaria messa in sicurezza, insiste nel parlare di “finanziamenti” al centro sociale, affermando il falso e sollevando un caso inesistente.
Dopo due comunicati diffusi sull'argomento nelle settimane precedenti da Azione Giovani e dal Movimento Giovani Padani, il Carroccio annuncia l'intenzione di organizzare, per sabato 20 gennaio 2007, sette gazebo informativi in città e promuovere una raccolta firme contro gli stanziamenti predisposti per l'adempimento dell'opera pubblica. Il centro sociale Pacì Paciana replica con un comunicato in cui viene annunciata la propria presenza in centro a Bergamo per lo stesso giorno, L'Eco di Bergamo garantisce alla polemica la visibilità necessaria e Bruni perde l'ennesima occasione per dimostrare coraggio politico, finendo per mettere in dubbio persino il destino del centro sociale.
Di seguito il comunicato del centro sociale Pacì Paciana e l'articolo de L'Eco di Bergamo
www.ecn.org/paciana
NO MONEY? NO PROBLEM! SEGA LA LEGA!
Sabato 20 gennaio dalle ore 14 saremo in piazza Matteotti a Bergamo per scrivere sui muri dei Comune cosa pensiamo dei razzisti della Lega nord, della disinformazione fatta sul “finanziamento al Pacì” e delle strumentalizzazioni che ci stanno dietro…
www.ecn.org/paciana
NO MONEY? NO PROBLEM! SEGA LA LEGA!
Sabato 20 gennaio dalle ore 14 saremo in piazza Matteotti a Bergamo per scrivere sui muri dei Comune cosa pensiamo dei razzisti della Lega nord, della disinformazione fatta sul “finanziamento al Pacì” e delle strumentalizzazioni che ci stanno dietro…
Qualche smunto aspirante politicante oggi pensa per l’ennesima volta di comunicare qualcosa, ma lo fa berciando e talmente a bassa voce che se non ci fossimo noi nessuno li noterebbe. Proviamo noi a fare un po’ di chiarezza, certi di essere completamente “puliti”: a noi non interessano voti, strumentalizzazioni e cadreghini. La presenza dei giovani della Lega Nord sabato 20 gennaio in piazza a Bergamo con qualche spelacchiato gazebo per protestare contro “il finanziamento al Pacì Paciana” è il solito giochino a cui non non prendiamo parte, la solita corsa alla strumentalizzazione e – a braccetto – alla disinformazione. Parlando in maniera fumosa di “finanziamento al Pacì Paciana” i giovani eredi di fini intellettuali come Borghezio o Calderoli vogliono anche negare l’esistenza di una Bergamo diversa dalla loro – che è gretta, razzista a chiusa. La nostra è una Bergamo aperta, solidale, tollerante, è la bergamo degli spazi pubblici e non quella dei caporali edili, è quella dei servizi e non quella dei SUV, è quella ecosostenibile e non quella dell’evasione fiscale.
NO MONEY? NO PROBLEM!
L’abbiamo sempre detto, questi soldi non entrano nelle tasche di chi da dieci anni [con buona pace dei grembiulini verdi] ha offerto a migliaia e migliaia di ragazzi concerti, iniziative, proiezioni, dibattiti, presentazioni di libri, sale prove, skatepark e quant’altro. Questi soldi vanno a un imprenditore edile brianzolo che probabilmente se li spartirà con altri imprenditori bergamaschi, in un periodo in cui tonnellate di denaro pubblico diventano cemento piuttosto che servizi. Soprattutto, questi soldi non sono mai stati chiesti da nessuno e mai ci sogneremmo di chiederli [nel caso ci servano li prenderemmo direttamente dalle banche]. Nel caso, li avremmo investiti in un’isola nel Pacifico. Da 10 anni andiamo splendidamente avanti in maniera totalmente autogestita e autofinanziata, e continueremo a farlo. Il riconoscimento per quello che facciamo, e non è certo di natura economica, non ce lo aspettiamo da nessun partito politico o istituzione ma dalla forza e dall'affetto delle migliaia di persone che con noi vivono e rendono vivo uno spazio pubblico altrimenti morto. Il Comune di Bergamo userà i soldi per mettere a norma un suo edificio, noi vigileremo attentamente sulla correttezza di questa messa a norma, presteremo attenzione per denunciare eventuali infrazioni legislative e sindacali nello svolgimento dei lavori (violazioni nascoste ma all'ordine del giorno nei cantieri che ci circondano) e saremo attenti anche ai criteri di ecosostenibilità con cui verranno eseguiti i lavori. Certo, per qualche politicante in erba rampante l’occasione sembra buona per farsi una timida pubblicità, ma del resto per chi supporta dichiarazioni del tipo «Dare il voto agli extracomunitari, non mi sembra il caso, un paese civile non può fare votare dei bingo-bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi, dai» o «La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni… Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni.» [si parla di un ex ministro padano, il già citato Calderoli]. Sabato 20 gennaio dalle ore 14 saremo in piazza Matteotti a Bergamo per scrivere sui muri dei Comune cosa pensiamo dei razzisti della Lega nord, della disinformazione fatta sul “finanziamento al Pacì” e delle strumentalizzazioni che ci stanno dietro…
Presidio festa con musica, giocolieri, banchetti, beveraggi
Sabato 20 gennaio ore 14 – piazza Matteotti – Bergamo
c.s.a. Pacì paciana
—
L'Eco di Bergamo, giovedì 18 gennaio 2007
PACI' PACIANA, POLEMICA SULL'USO DELL'EDIFICIO
Il sindaco: intesa sulla convenzione o il futuro è incerto
La replica: lo stop è del Comune. Resta il nodo delle scuse.
L'appalto è stato assegnato, l'iter per la ristrutturazione procede: il centro sociale Pacì Paciana sarà presto rimesso a nuovo ma la questione continua a essere di quelle bollenti. Mentre sabato i lavori saranno al centro di due manifestazioni incrociate (da una parte i ragazzi del centro, dall'altra la Lega), Palafrizzoni torna sulla questione. «Sulla convenzione d'uso dell'immobile bisogna arrivare a una conclusione – afferma il sindaco Roberto Bruni -, altrimenti, dopo i lavori, non è detto che le cose continuino a stare come sono ora». Quindi, o si torna attorno a un tavolo o le sorti del centro sociale diventano incerte. L'intervento di messa in sicurezza dello stabile di via Grumello 61 era stato inserito nel piano delle opere pubbliche già dall'amministrazione Veneziani. E' stato Bruni però a premere l'acceleratore: l'opera, tra le polemiche, è stata finanziata (costo 650 mila euro) e la gara d'appalto pubblicata nei mesi scorsi. Il cartiere dovrebbe partire in primavera e svolgersi in due fasi, permettendo così ai ragazzi di non abbandonare lo stabile. «Quello è un immobile comunale e versa in condizioni pessime – aveva spiegato il primo cittadino -: metterlo in sicurezza è un dovere. Altre amministrazioni hanno rimandato, ma adesso non si può più aspettare». Con una specifica: «Questo non è un finanziamento al Pacì Paciana, bensì un intervento su un bene immobile del Comune». Sull'opera sono piovute le critiche del centrodestra, anche per un motivo preciso: «Il 12 febbraio 2005 una manifestazione organizzata dal centro sociale ha causato danni in città, ma alla città – hanno sollecitato esponenti dell'opposizione consigliare – le scuse non sono mai arrivate». Sempre per la latitanza del mea culpa è stata bloccata la convenzione d'uso dello stabile che, a fine 2004, Comune e rappresentanti del Pacì avevano firmato. La messa a norma è comunque stata decisa, ma ora Bruni sottolinea: «Dopo i lavori bisogna che l'uso dello stabile venga finalmente regolamentato. Senza collaborazione non è detto che lo stabile debba per forza rimanere a disposizione dei ragazzi». Dal Pacì Paciana arriva subito la replica: «La convenzione noi l'abbiamo firmata e siamo pronti a rispettarla. E' il Comune che si è tirato indietro». Resta infatti la questione delle scuse. Il sindaco a dichiarato pubblicamente che la convenzione resterà congelata finché non arriveranno. «Ancora con questa storia? E' assurdo che continuino ad attaccharsi a una storia successa due anni fa – dice un rappresentante del centro -. Se è una questione politica lo dicano subito: non si capisce il perché del cambio di atteggiamento. Durante la campagna elettorale Bruni era venuto da noi dichiarando la sua apertura, poi abbiamo firmato la convenzione, e adesso è l'amministrazione a tirarsi indietro». E sui fondi per la ristrutturazione: «Noi non avevamo chiesto niente. Anzi, è ora che si smetta di dire che quei 650 mila euro sono un finanziamento al centro». Sabato abbiamo organizzato uno manifestazione proprio per affermare questo, e anche per dimostrare a chi non lo sa che il Pacì Paciana è una risorsa per le attività giovanili». E anche se ora dal centro sociale parlano di una festa pacifica, il tono dei comunicati con cui l'appuntamento è stato pubblicizzato su internet sono diversi. Sabato alle 14, si legge, «saremo in piazza Matteotti per scrivere sui muri del Comune cosa pensiamo dei razzisti della Lega (il partito proprio in quell'ora e in quel luogo ha indetto una raccolta firme contro la ristrutturazione dello stabile, ndr)» e per ribadire che quei 650 mila euro «non entrano nelle nostre tasche» ma «vanno a un imprenditore edile brianzolo». «Non capisco perché dicano che vogliono imbrattare i muri del Comune», commenta il sindaco. «Abbiamo usato quei toni perché sapevamo che solo così i giornali ci avrebbero chiamato», è la replica. Ma, intanto, le forze dell'ordine sono in allerta. E anche i leghisti: «Appena letto quel comunicato abbiamo avvisato la questura – dice Cristian Invernizzi, segretario provinciale del Carroccio -. Sono molto preoccupato, perché alla raccolta firme partecipano anche ragazzi giovanissimi. Se ci saranno problemi di ordine pubblico non sarà certo per colpa nostra. Per il resto, confermo che anche noi saremo in piazza: restiamo dell'idea che quei soldi siano sprecati».