Gli emendamenti del Consigliere Belotti

Lunedì 29 novembre 2004 i consiglieri comunali Maurizio Morgano e Rocco Gargano, rispettivamente di Rifondazione Comunista il primo, e indipendente nelle liste del medesimo partito il secondo, presentano, durante la seduta del Consiglio comunale di Bergamo, un ordine del giorno urgente per denunciare i preoccupanti episodi di squadrismo avvenuti negli ultimi mesi in città e provincia. Il consigliere Daniele Belotti, della Lega Nord–Padania, presenta tre emendamenti volti, mutuando le parole usate, con poco equilibrio, il giorno seguente da L'Eco di Bergamo, a “riequilibrare il documento” e scoppia la polemica.

 
Mentre due emendamenti vengono approvati con voto unanime, per il terzo il Consiglio comunale esprime voto contrario; infatti, i primi due condannano gli atti di violenza politica verso partiti o fazioni opposte, indipendentemente dalla parte politica che se ne renda responsabile, mentre il terzo riguarda atti violenti compiuti “dall’area dell’antagonismo e dell’anarchia”, anche se, per poterne rintracciare qualcuno, lo stesso Daniele Belotti deve andare indietro con la memoria al 1999 e al 1994. Il motivo per il quale questo emendamento viene respinto è proprio legato alla strumentalità dello stesso e alla non pertinenza degli episodi menzionati con una cronologia relativa a fatti recenti e a una precisa contingenza, senza considerare che, accettando l'emendamento, l'ordine del giorno ne risulterebbe totalmente snaturato (essendo rivolto a episodi di squadrismo e non genericamente a episodi di violenza politica avvenuti in città negli ultimi venti anni). Al momento del voto i gruppi della Lega Nord-Padania e di Alleanza Nazionale abbandonano l’aula e, cosa mai accaduta nella storia del Consiglio comunale di Bergamo, gli emendamenti vengono votati in assenza del consigliere che li aveva proposti! Questo comportamento genera lo stupore dei consiglieri rimasti in aula, tanto che viene proposta una modifica del regolamento del Consiglio affinché una circostanza del genere non possa più ripetersi in futuro. Solo L’Eco di Bergamo farà menzione dell’ordine del giorno urgente con poche righe all’interno di un articolo sulla seduta del Consiglio comunale del 29 novembre dal titolo «Via libera allo sviluppo dello scalo di Orio», dove lo stesso ordine del giorno viene presentato in una luce negativa, come una presa di posizione destabilizzante e foriera di divisioni internamente al Consiglio comunale. Si noti come, usando l’espressione «bollati come “aggressioni di stampo neofascista”», l’autore dell’articolo prenda, di fatto, inspiegabilmente le distanze da quella definizione. Inoltre dobbiamo rilevare un’inesattezza non di poco conto, e cioè che, quando si dice che le minoranze hanno abbandonato l’aula, si dice il falso. Solo Alleanza Nazionale e la Lega Nord-Padania, infatti, hanno abbandonato la seduta, mentre gli altri partiti di minoranza non solo sono rimasti in aula, ma, unanimemente in entrambi i casi, hanno approvato l’ordine del giorno e bocciato l’emendamento proposto da Daniele Belotti.
 
 
Di seguito l'estratto in questione dell'articolo de L'Eco di Bergamo.
 
Era cominciato con l'unanimità sul piano di sviluppo aeroportuale. È finita con una spaccatura netta. A dividere il Consiglio comunale ci ha pensato l'ordine del giorno urgente presentato da Maurizio Morgano di Rifondazione e firmato da tutta la maggioranza per condannare gli episodi di violenza degli ultimi mesi, bollati come «aggressioni di stampo neofascista». Ed è stata proprio la connotazione politica a suscitare la protesta delle minoranze e, in particolare, della Lega. Dei tre emendamenti proposti da Daniele Belotti per «riequilibrare» il documento, due sono stati accolti mentre il terzo, e cioè quello in cui si sottolineava come in passato si fossero «verificati episodi di violenza da parte di esponenti legati ad ambienti dell'antagonismo e dell'anarchia», è stato bocciato (19 contrari e 2 astenuti, il diessino Simone Paganoni e il consigliere della Lista Bruni Mauro Invernizzi). Risultato: ancor prima della votazione le minoranze hanno abbandonato l'aula. […].
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