Sabato 20 gennaio 300 persone rispondono all'appello del centro sociale Pacì Paciana e si danno appuntamento in piazza Matteotti già dal primo pomeriggio. La Lega Nord – Padania organizza diversi gazebo in via XX Settembre (per un totale di circa 50 persone, un flop..), di cui 2 a circa 200 metri dal presidio del centro sociale. Verso le 16 Calderoli tenta la provocazione, sconfessando il segretario provinciale Invernizzi che pochi giorni prima affermava: «Se ci saranno problemi di ordine pubblico non sarà certo per colpa nostra».
Calderoli tenta di riprodurre uno schema collaudato e abitualmente praticato da un altro leghista noto per le sue “bravate”: l'europarlamentare Mario Borghezio. In più di un occasione quest'ultimo ha creato deliberatamente situazioni di tensione, per suscitare un'ovvia reazione e screditare le lotte dei movimenti antagonisti e la già compromessa immagine dei migranti in Italia. Ciò, ad esempio, è accaduto il 17 dicembre del 2005, quando Borghezio pretendeva di salire sul treno speciale predisposto per i manifestanti che avevano partecipato alle proteste in Val di Susa, contro la costruzione della ferrovia ad alta velocità. Sabato 20 gennaio 2007 succede a Bergamo, quando Calderoli, visibilmente ubriaco, pretende di attraversare il presidio del centro sociale (!!) per recarsi in un bar a bere un caffè, Si tratta di una provocazione deliberata e persino L'Eco di Bergamo non potrà sottrarsi dal constatarlo. La reazione ironica dei partecipanti al presidio suscita invece la reazione poco elegante dell'ex ministro bergamasco, che non perde la ghiotta occasione di rendersi ridicolo di fronte ai giornalisti.
Di seguito il comunicato del centro sociale Pacì Paciana.
www.ecn.org/paciana, venerdì 26 gennaio 2007
PACÌ PACIANA 2 – LEGA NORD 0. LEZIONE DI STILE
Sabato 20 gennaio la città di Bergamo ha avuto modo di assistere ad uno strano spettacolo: rinchiusi in pochi metri quadri c'erano strani individui, brutti ed in camicia verde. Inesistenti Giovani Padani al capezzale di vecchi politicanti e senatori rimbambiti: pochi, senza voce e senza idee, disinformati, ineleganti. In poche parole grotteschi. A pochi metri, in una piazza aperta, c'erano 300 ragazzi, arrivati per ri-affermare – se ce ne fosse ancora bisogno – quanto il centro sociale autogestito Pacì Paciana sia una risorsa irrinunciabile per tutta la città: in questi dieci anni centinaia di concerti, film, mostre, presentazioni di libri e dibattiti che hanno animato in maniera determinante la vita bergamasca portando aggregazione, socialità orizzontale, cultura. Pazienza se per opportunismo politico e mancanza di idee la lega nord cerca di strumentalizzare la messa a norma di uno stabile di roprietà pubblica spacciandola per soldi versati al centro sociale. Sabato i bergamaschi hanno capito, si sono informati, hanno scambiato quattro chiacchiere con "quelli del pacì paciana": non i mostri descritti da cronache faziose, non alieni, ma educatori, magazzinieri, programmatori, grafici, operai… Dato che la "querelle" sul presunto finanziamento che avremmo utilizzato per acquistare un'isola del Pacifico è stata chiarita, ci limitiamo ad osservare con quanta ipocrisia, spacciata per "politica vicina alla gente", i militanti della lega nord (ma allo stesso modo i militanti di FI, AN ecc…) si riempiano la bocca. Costantemente. Un pò da "vittime del sistema"… Ebbene sì, sabato in piazza un ex ministro con evidenti problemi di alcool non ha saputo fare altro che mostrare il dito medio e darci dei "mantenuti", offeso dagli striscioni contro la sua inesistente ma agognata repubblica delle banane… Signorilità, educazione e quoziente intellettivo del sig. Calderoli hanno fatto il giro d'Italia: il ditone quasi faceva tenerezza, soprattutto se abbinato alla poca capacità di articolare un discorso. Vogliamo ricordare a codesto figuro e al suo codazzo che il "mantenuto" dai soldi dei cittadini è proprio lui. Quanti soldi prende Calderoli? Avrà un contratto atipico? sarà un lavoratore flessibile? …cooperativa???? Dobbiamo fare noi un piccolo calcolo? Perchè è lui quello che non lavora, ha l'auto blu, due portaborse pagati, viaggi gratis, rimborsi di più di 4000 euro l'anno per il telefono, 6000 euro al mese come indennità, 4000 euro al mese di diaria, un vitalizio e una lauta pensione già maturata con solo 35 mesi di "lavori" in parlamento. E ancora mantiene, rimanendo in “aspettativa” il posto di lavoro – pubblico – presso gli Ospedali Riuniti! Niente, quisquilie e pinzillacchere, come quelle portate sabato dai Ribolliti padani, nessuna novità. Noi continueremo nella nostra storia, ormai decennale, sostenuti dalle migliaia e migliaia di ragazzi e ragazze che frequentano il centro sociale, incuranti del "refolo del nord" e stanchi di chi pensa di far politica con le provocazioni ed un'unica finalità, quella di far parlare di sé. Cogliamo solo l'occasione per ricordare al sig. Calderoli e agli altri parlamentari in verde convenuti sabato 20 di non dimenticare che devono qualcosa a tutti gli italiani, senza distinzioni… 2-0, palla al centro, la lega non vince neanche la partita dello stile.
c.s.a. Pacì Paciana
Ecco il video dello spettacolo antileghista di Bg's Team e Bergamo Reggae al presidio del centro sociale Pacì Paciana.
http://www.youtube.com/watch?v=MlEFV9lpawQ
Di seguito la rassegna stampa.
L'Eco di Bergamo, domenica 21 gennaio 2007
PACI' PACIANA, SCINTILLE CON LA LEGA
Foto offensiva, gestaccio di Calderoli
Ma la giornata termina senza scontri
Dire di desiderare un caffè al Balzer, ogni tanto, può produrre effetti strani. Ieri, per esempio davanti a Roberto Calderoli si sono materializzati una decina di agenti in tenuta anti sommossa. E mentre l'ex ministro leghista si chiedeva candidamente come mai non fosse possibile «farsi una passeggiata», da piazza Matteotti cominciavano a piovere fischi. Ieri pomeriggio, per tre ore abbondanti e in 200 metri scarsi fra via XX settembre e Palafrizzoni, la Lega ha raccolto firme contro il Pacì Paciana e il Pacì Paciana ha appeso striscioni contro la Lega. Sotto i gazebo con il Sole delle Alpi (sono state raccolte 1500 firme) c'era lo stato maggiore del Carroccio orobico, con i parlamentari Giacomo Stucchi ed Ettore Pirovano, il segretario provinciale Cristian Invernizzi, i consiglieri regionali Giosuè Frosio e Daniele Belotti. Dall'altra parte circa 300 ragazzi del Pacì Paciana intenti a mettere musica e a raccontare al microfono i dieci anni di attività del centro sociale. Le stesse persone nei giorni scorsi avevano annunciato, non senza creare apprensione, scritte sui muri del Comune. Scritte (dalla «Banania – Padania» a «Belotti con 2 salari e noi tutti precari») che sono effettivamente comparse, ma su manifesti e frutto di proiezioni luminose. Calderoli era l'ospite più atteso, da entrambe le partie per opposti motivi. Sono le 15 quando l'ex ministro si presenta: «Quelli del Pacì Paciana sono dei mantenuti – dice partendo subito all'attacco – fanno i loro porci comodi e il sindaco di centro sinistra spreca i soldi del Comune per loro». Poi la provocazione: «Voglio un caffè, lo voglio al Balzer». Se si considera che i lumbard stavano in via XX Settembre e i ragazzi del centro sociale di fronte a Palafrizzoni, si capisce la potenzialità destabilizzante di quel caffè. Quando Calderoli comincia a muoversi verso Palazzo Frizzoni le forze dell'ordine lo sconsigliano, ma lui niente. «Se devo litigare litigo sa solo», sibila. Poi dalla folla davanti al Comune spunta il consigliere comunale dei Verdi Roberto Bertoli: «Evitiamo tensioni inutili, è l'occasione per una stretta di mano», suggerisce. Calderoli accetta: «Si, voglio incontrarmi con i rappresentanti del Pacì Paciana in zona franca, m'i mange sü». Bertoli riparte alla carica dall'altra parte. I ragazzi si consultano un attimo: «la mano non gliela stringeremo mai, però possiamo fargli un regalo», e recuperano una foto ritoccata dell'ex ministro con barba da talebano. Ci scrivono una dedica: «con poca amicizia», e in quattro si avvicinano. Nella zona «franca» i rappresentanti del Pacì porgono la foto, Calderoli legge, sorride, e piazza la sua risposta sopra le righe: un dito medio alzato. «Lei è proprio un signore», è la replica. Pochi scambi di battute accese e la «delegazione» si allontana. Calderoli per il suo caffè ripiega su un bar entro la linea gotica e la giornata prosegue senza incidenti. Non male, se si pensa che intempi recenti non si ricordano manifestazioni così contrapposte che siano state autorizzate in uno spazio così ristretto. Non male, se si considera che, in quei 200 metri, ci si son messi pure un gazebo di Forza Italia, uno di Scientology e il banchetto di un'associazione dedita alla meditazione cinese. Non male, infine, se si pensa che la vigilia era stata piuttosto tesa. Infatti, appena i lumbard avevano annunciato l'intenzione di raccogliere firme contro la ristrutturazione dello stabile di via Grumello, dal Pacì Paciana avevano rilanciato. «In piazza ci saremo anche noi – hanno spiegato dal centro sociale – per dimostrare che quella dei razzisti della Lega è una strumentalizzazione, che i soldi del Comune non arrivano nelle nostre tasche e che, comunque, le nostre attività sono una risorsa per la città». Scintille che non hanno portato all'incendio, tanto che a sera è lo stesso sindaco Roberto Bruni a esprimere soddisfazione: «Fermo restando che l'oggetto del contendere non esiste – ha affermato – perché i 650 mila euro che l'amministrazione stanzia sono fondi per mettere in sicurezza uno stabile comunale e non finanziamenti al Pacì Paciana, sono lieto che le parti abbiano potuto manifestare la loro legittima opinione nel reciproco rispetto e con senso di responsabilità. Un ringraziamento – sottolinea – va agli addetti al servizio d'ordine (era presente anche il questore, Salvatore Longo, ndr) per la grande professionalità dimostrata».
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Corriere della Sera, domenica 21 gennaio 2007
Tensione ieri tra leghisti e i giovani del centro sociale Pacì Paciana
I NO GLOBAL LO CONTESTANO, GESTACCIO DI CALDEROLI
Bergamo – Un paio di giovani lo avvicinano: «Lei sta provocando». Lui, l'ex ministro del Carroccio Roberto Calderoli, ride e mostra il dito medio. E' successo ieri a Bergamo: davanti al Municipio, in piazza Matteotti, decine di ragazzi del centro sociale Pacì Paciana protestano «contro i razzisti della Lega Nord». A poche centinaia di metri, i militanti lumbard raccolgono firme «per dire no ai finanziamenti che il Comune vuole regalare ai no global». Sono circa le 15:30 quando sotto i gazebo del Carroccio, allestiti in via XX Settembre, fa capolino Calderoli. Pochi minuti e il senatore lumbard decide di andare a prendersi un caffè, annunciando di voler passare in mezzo agli autonomi. Lo avvicina il questore di Bergamo Salvatore Longo: «Non lo faccia, andiamo al bar più vicino». Calderoli tira dritto. Gli si avvicina anche il consigliere comunale dei Verdi Roberto Bertoli: «Ci ripensi, evitiamo tensioni». Lui fa spallucce e sbotta: «Voglio dialogare con loro. Questi qui, questi no global, sanno fare i violenti con i più deboli». Alla fine vince la mediazione. L'ex ministro non passa in mezzo ai no global, ma ottiene di parlare con una loro delegazione. La tensione sale. Da una parte gli autonomi gridano con il megafono contro «il razzista Calderoli». Dall'altra i giovani padani scandiscono «Bossi Bossi». Due ragazzi del Pacì Paciana porgono un foglio all'ex ministro. E' una caricatura: Calderoli è raffigurato come Bin Laden. «Lei è un provocatore». Il leghista replica: «La fotografia tenetela voi». E mostra il dito medio. «Lei è il solito signore..». Ancora un gestaccio. Poi basta. Calderoli si allontana e si infila in un bar vicino, senza avvicinarsi ulteriormente al presidio. Poco prima, Calderoli aveva attaccato a testa bassa: «Gli autonomi sono dei succhia-soldi. Molti giovani vanno al Pacì Paciana? Per certe cose c'è l'azienda della nettezza urbana». La Lega ha raccolto firme contro la ristrutturazione, decisa dalla giunta di centro sinistra, dell'edificio comunale che ospita il centro sociale. Operazione costata 650 mila euro. «I soldi non li intaschiamo noi – ribatte un comunicato del centro sociale -. Da dieci anni offriamo a migliaia e migliaia di ragazzi concerti e iniziative».